Domenica 09 Febbraio 2025

Cronaca

Coronavirus, Confartigianato Pescara lancia allarme: Non c'è più tempo, riaprire subito tutto

10/04/2021 - Redazione AbruzzoinVideo
Coronavirus, Confartigianato Pescara lancia allarme: Non c'è più tempo, riaprire subito tutto

Foto, Giancarlo Di Blasio presidente Confartigianato Imprese Pescara

"Sostegni non arrivano e comunque non basteranno. Campagna vaccinale procede a rilento. Il sistema sta per crollare"

"Un'impresa pescarese che nel 2020, rispetto al 2019, ha subito un calo di fatturato di 374mila euro, ha diritto ad un ristoro di appena diecimila euro. Briciole rispetto al danno registrato. E come se non bastasse, i soldi non sono ancora arrivati. Questo esempio descrive in modo emblematico la situazione in cui versano migliaia di imprese. Non c'è più tempo, il sistema sta per crollare. Siamo sul punto di non ritorno. E' necessario riaprire tutto subito e in modo definitivo, a partire dalle attività con i tavoli all'aperto: gli operatori sono pronti a farlo in assoluta sicurezza".

A lanciare l'allarme è Confartigianato Imprese Pescara. "Bar, ristoranti, negozi di ogni tipo, operatori del settore benessere: la più grave crisi che l'Italia ricordi dal dopoguerra ad oggi - sottolineano il presidente e il direttore dell'associazione provinciale, Giancarlo Di Blasio e Fabrizio Vianale - non risparmia nessuno.

Foto, Fabrizio Vianale direttore Confartigianato Imprese Pescara 

Ci troviamo di fronte ad una situazione peggiore perfino della terribile crisi del 2008. E siamo solo agli inizi. Non osiamo immaginare cosa accadrà quando verranno sbloccati i licenziamenti. Ci troveremo di fronte ad una marea di nuovi poveri che il sistema non sarà in grado di gestire". "Una cosa è certa - aggiungono - oggi la maggior parte delle imprese di Pescara e provincia è letteralmente in ginocchio. Gli ultimi ristori risalgono ormai a novembre. I successivi sarebbero dovuti arrivare a febbraio, ma con il cambio del Governo sono slittati. Nel 2021 nessuno ha ricevuto nulla.

A questo si aggiunga la necessità di ripresentare le istanze in base alle nuove regole, dovendo pagare ancora una volta i commercialisti. Poi ci sono le bollette e gli affitti, che vanno pagati. Chi non ha potuto farlo si troverà con migliaia di euro di debiti prima di poter riaprire. Il risultato è che migliaia di famiglie hanno finito ogni risparmio e oggi sono sul lastrico, mentre i pochi soldi che arriveranno non saranno sufficienti per ripartire".

"Se è vero che tutelare la salute è prioritario - proseguono Di Blasio e Vianale - è vero anche che, al contempo, è indispensabile tutelare l'economia. Invece abbiamo assistito a chiusure insensate. Lockdown a Natale e a Pasqua, ma non nei periodi in cui per tradizione, dal punto di vista commerciale, si lavora meno. Per non parlare dei tanti ristoranti che hanno dovuto cestinare cibo già acquistato a causa delle chiusure dell'ultim'ora o delle palestre, che non aprono ormai da mesi e hanno diritto a indennizzi ridicoli".

"Ci viene detto che la soluzione è il vaccino e siamo d'accordo. Ma se è così la campagna vaccinale deve essere velocizzata. Invece, soprattutto nel nostro territorio, va avanti a rilento e per arrivare ad una copertura significativa serviranno mesi. Ma le imprese non possono più attendere. Chiediamo al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che già si è battuto contro la cancellazione della zona gialla per tutto il mese di aprile, di farsi portavoce presso il Governo. Non riaprire - concludono gli esponenti di Confartigianato Imprese Pescara - vuol dire condannare a morte l'economia".

CONDIVIDI:

Potrebbero interessarti

Nella tarda serata di ieri, intorno alle 23.30, grazie alla segnalazione di un cittadino al NUE 112, una pattuglia è intervenuta sul lungomare di Montesilvano, sorprendendo quattro individui intenti a introdursi in uno stabilimento balneare. Gli stessi, dopo aver forzato la porta d’ingresso, stavano tentando di asportare alcuni lettini per poi caricarli su un furgone.

Lasceranno il lavoro in totale 876 lavoratori: 3 dirigenti scolastici, 585 docenti, 287 ATA e 1 educatore

Si tratta di un ricorso precauzionale e preventivo agli ammortizzatori sociali dovuto alla crisi del settore automotive