Interrompere le produzioni della Dayco,è quanto continuano a chiedere le categorie Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL ai prefetti di Pescara e Chieti,dopo che il Governo con apposito decreto, ha di fatto incluso anche l'azienda tra quelle che non producono beni essenziali. Stamane, in un incontro in video conferenza con i sindacati, i vertici aziendali hanno ribadito l'intenzione di continuare a produrre. La Dayco Europe, che in Abruzzo ha due stabilimenti a Chieti ed a Manoppello, conta circa 600 dipendenti diretti, produce cinghie di trasmissione per le auto. I sindacati temono il contagio dei lavoratori costretti ogni giorno a lasciare le proprie abitazioni e dirigersi in azienda.
"Già in data 23 marzo abbiamo inviato una lettera ai prefetti chiedendo di intervenire e di sospendere le produzioni della Dayco – continuano – in quanto riteniamo che la produzione della cinghia di trasmissione non sia un prodotto essenziale per il Paese e quindi non è in coerenza con lo spirito del decreto. Abbiamo chiesto all’azienda di attivare la cassa integrazione ma senza esito – continuano i segretari regionali Petaccia, Di Crescenzo e Del Fiacco – e siamo stati costretti a proclamare e attuare uno sciopero. Lo sciopero è stato sospeso dopo due giorni, quando il governo ha escluso la Dayco dalle aziende che possono continuare a produrre, confermando quanto da noi sostenuto." - continuano i sindacati che sottolinenao che nell'incontro di stamane l’azienda ha comunicato che, ritenendosi all’interno della filiera dei ricambi per auto, continuerà a produrre così come comunicato ai prefetti. "Riteniamo inaccettabile quanto comunicato dall’azienda – affermano i segretari - e lo consideriamo solo un modo per poter evadere gli ordini residuali di un mercato, quale quello dell’automotive, oramai in progressivo fermo in tutta Europa." Le tre organizzazioni sindacali hanno quindi deciso di scrivere nuovamente ai prefetti chiedendo di decretare l’immediato fermo della produzione, ricordando che la Dayco genera in questo periodo una movimentazione quotidiana di circa 400 persone mettendo a rischio contagio lavoratori e cittadini. "Sollecitiamo i prefetti affinché si esprimano in tempi celeri – concludono i sindacati - in modo da risolvere una situazione che rischia di creare strascichi da evitare in un periodo di forte difficoltà come quello che l’intero Paese sta attraversando".