I cittadini dell'Aquila e di tutta la regione hanno risposto con grande generosità all’appello della onlus “L’Aquila per la vita”, raccogliendo i 14 mila euro necessari a coprire le spese legali a cui erano stati condannati i familiari di alcune vittime del terremoto del 2009. L’importo eccedente, pari a oltre 2.500 euro, sarà devoluto al reparto di Oncologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, diretto dal professor Luciano Mutti.
Lo scorso 14 luglio la Corte d'Appello dell'Aquila aveva confermato il pronunciamento di primo grado del 2022 che aveva scagionato la Presidenza del Consiglio dei ministri da ogni
responsabilità per la morte di sette studenti in vari crolli nel terremoto di circa 15 anni fa, condannando alle spese legali i parenti.
Giorgio Paravano, presidente della onlus che ha gestito la raccolta, ha espresso la sua gratitudine per l'ampia solidarietà dimostrata: “In meno di due mesi abbiamo raggiunto e superato abbondantemente il nostro obiettivo grazie a donazioni arrivate sia dall'Aquila che da altre province.” Tra i sostenitori, Paravano ha citato anche le suore di San Basilio e le Celestine, che nonostante il voto di povertà hanno voluto contribuire. "Leggere le suore tra i bonifici effettuati - ha sottolineato - ci ha commosso, così come la donazione dell'associazione trapiantati di rene. Poi tante cittadine e cittadini dell'Aquila e di fuori regione, un partito politico, un grande sindacato, ordini professionali, l'Aied. Poi tutti i consiglieri comunali hanno devoluto un gettone di presenza. Hanno donato diversi consiglieri regionali e anche il sindaco Biondi e sua moglie."
Sergio Bianchi, parente di una delle vittime, ha commentato: “I cittadini hanno dimostrato che le vittime erano anche figli loro, è stata una scelta di ribellione a un'ingiusta sentenza. Inoltre, siamo orgogliosi di donare ai malati oncologici la somma in più raccolta.”
Federico Vittorini, anche lui familiare di una vittima, ha sottolineato il valore della reazione popolare alla sentenza: “Ha risvegliato le coscienze, dimostrando che i familiari delle vittime sono parte integrante della comunità.”