La sera di lunedì scorso, Carrito, un orso libero noto per i suoi comportamenti sopra le righe nella Valle del Giovenco, è stato investito e ucciso da un'auto in transito sulla statale 17 nei pressi dello svincolo del cimitero di Castel di Sangro. La necroscopia ha accertato che la causa della morte è stata un politrauma con emorragia interna iperacuta.
La triste notizia della morte di Carrito ha scatenato un dibattito sulla sicurezza stradale per gli animali selvatici e sulla necessità di trovare soluzioni per evitare ulteriori incidenti. La SS17, che collega Castel Di Sangro e Roccaraso, si è rivelata negli anni essere una vera e propria "strada della morte" per gli orsi, con ben altri 2 orsi uccisi in precedenza in quel tratto.
Per questo motivo, il Parco Nazionale d'Abruzzo, in collaborazione con Salviamo l'Orso e il WWF, ha avviato un progetto chiamato Life Safe Crossing per migliorare le condizioni di sicurezza e educare i guidatori a moderare la velocità, nonostante la statale sia fuori dai confini del Parco. Il primo lotto di questo progetto prevede la realizzazione di una recinzione metallica di 1100 metri per invitare la fauna selvatica ad utilizzare i sovrappassi e i sottopassi esistenti.
Purtroppo, sulla SS17 ci sono ancora molti tratti da mettere in sicurezza e anche complessi perché ci sono strade e abitazioni. La morte di Carrito è un triste esempio di come la necessità di proteggere gli animali selvatici e di garantire la sicurezza stradale debbano essere affrontate in maniera coordinata e tempestiva.
Sono molto provato da questo evento drammatico così come tutto il personale del Parco - ha affermato Giovanni Cannata - e ci rammarichiamo di tutte le polemiche sterili di questi giorni. In questi anni il Parco ha garantito ogni sforzo possibile, soprattutto fuori dai suoi confini, per monitorare gli orsi, per garantire ai cittadini indennizzi e misure di prevenzione e supportare tutte le Istituzioni e Associazioni affinché si lavorasse insieme per la conservazione di una specie unica al mondo. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per la tutela di Carrito e i cittadini che in maniera silenziosa e proattiva hanno creduto nella nostra battaglia.
Juan Carrito è stato un amico di tutti i cittadini - ha affermato il Presidente della Comunità del Parco - Antonio Di Santo - ed ognuno di noi ha sperato che potesse farcela a restare libero, con addosso quella libertà che lui tanto amava e che la rete di cittadini ed Istituzioni ha provato a proteggere.
Spero che Carrito possa insegnare a tutti quanto sia importante considerare gli animali selvatici con rispetto e non come fenomeni da baraccone. Carrito merita questo, per quello che è stato e per quello che rappresenterà da oggi in poi: un ambasciatore di quel mondo selvaggio che è costretto a vivere con noi umani e a cui ognuno di noi dovrà imparare a rapportarsi con il dovuto rispetto e la dovuta responsabilità.