Tra gli arrestati figura un vigile del fuoco di 51 anni, sottoposto a custodia cautelare in carcere, mentre gli arresti domiciliari sono stati disposti per un carabiniere in congedo di 52 anni e un uomo di 37 anni con precedenti specifici.
L’indagine, denominata “Acque agitate” e avviata dai Carabinieri di Penne ad aprile 2024, ha portato alla luce una vasta rete di spaccio di cocaina nell’area vestina. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il vigile del fuoco avrebbe condotto un’attività di spaccio sistematica, diventando un punto di riferimento per numerosi consumatori a Farindola, Montebello di Bertona e Penne. Sono state documentate almeno 18 cessioni di cocaina attribuite all’indagato, con frequenti incontri per la vendita della droga durante il turno di servizio, anche in un parcheggio adiacente alla caserma dove prestava servizio.
Gli incontri avvenivano principalmente presso la sua abitazione o in una vicina azienda agricola, luoghi che il vigile del fuoco utilizzava per gestire la propria attività di spaccio. Alcune cessioni sarebbero state facilitate dalla complicità del cugino, ex carabiniere, il quale avrebbe collaborato alle consegne, motivazione per cui è stato anch'egli posto agli arresti domiciliari.
Nel corso delle indagini è emerso che il vigile del fuoco aveva tentato di rifornirsi di una significativa quantità di cocaina (circa mezzo chilo) da un noto pregiudicato della zona, dal quale aveva acquistato un campione da 10-12 grammi per verificarne la qualità. Il coinvolgimento del terzo indagato in questo episodio ha portato anche per lui alla misura degli arresti domiciliari.
L'operazione si è conclusa agli inizi di giugno, quando il vigile del fuoco è stato arrestato in flagranza di reato, trovato in possesso di sette dosi di cocaina, bilancino di precisione, materiale per il confezionamento e oltre ventimila euro in contanti, considerati proventi dello spaccio.
Oltre al reato di spaccio, il vigile del fuoco dovrà rispondere anche di estorsione: in un’occasione, infatti, avrebbe minacciato un cliente con debiti di droga per 300 euro, paventando di rivelare la situazione ai genitori della vittima.
Al termine delle operazioni, il 51enne è stato trasferito al carcere di Pescara, mentre gli altri due arrestati si trovano agli arresti domiciliari. È importante ricordare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, e la colpevolezza degli indagati sarà accertata in sede processuale.