Sono trascorsi 25 anni da quel tragico conflitto a fuoco con una banda di criminali, capace di un’efferatezza senza confini, che strappò il Maresciallo capo dei Carabinieri Marino Di Resta all’amore dei suoi cari. La tragedia avvenne in via Monte Bertone, una traversa di Strada Prati a Pescara, era il 16 settembre del 1996. La figura del militare è stata ricordata ieri pomeriggio con una cerimonia cui hanno partecipato i familiari, la signora Giuseppina e il figlio Alberico, le autorità civili, militari e religiose.
"Da questa giornata - ha detto il sindaco Carlo Masci - che ci riporta al cuore e alla mente il ricordo di un servitore dello Stato caduto in servizio, ma anche di una persona amabile, corretta, come usano descriverlo quanti hanno lavorato con lui e lo hanno conosciuto, dobbiamo trarre tutti un profondo insegnamento: ognuno di noi non deve avere mai tentennamenti quando c’è da scegliere da che parte stare, come non ne ebbe il maresciallo Di Resta nel momento in cui trovò sulla sua strada delinquenti feroci, senza scrupoli.
"Abbiamo il dovere di scegliere il rispetto della legge, delle regole del vivere civile, della legalità; lo dobbiamo a noi stessi, allo nostra comunità, lo dobbiamo a eroi come Marino Di Resta che scelse “il bene” e per questo pagò il prezzo più alto".
Una corona è stata deposta da Giuseppina Franzone e Alberico Di Resta, dal sindaco Masci e dal Generale di corpo d'armata Maurizio Detalmo Mezzavilla, comandante interregionale Carabinieri "Ogaden", al monumento che sorge nella piazza intitolata a Marino Di Resta. Alla cerimonia ha preso parte anche il presidente del Consiglio comunale, Marcello Antonelli. Subito dopo si è svolta la messa di suffragio presso la chiesa di San Luigi Gonzaga.