L’indagine è stata compiuta anche a mezzo di attività tecnica che ha consentito di individuare, in Chieti, l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato da due fratelli di origine albanese, formalmente esercenti l’attività di muratori. I due, secondo le indagini, avrebbero intessuto una rete di contatti, sia con connazionali residenti nel chietino e nelle province di Pescara e Teramo ma anche con cittadini italiani residenti a Chieti. E’ emerso che oltre allo spaccio “al minuto”, soprattutto di cocaina, venivano poste in essere cessioni di consistenti quantitativi di marijuana che proveniva direttamente da coltivazioni effettuate in Albania dai parenti di costoro. Le cessioni di stupefacenti avvenivano sia in territorio teatino che nell’area compresa tra i comuni di Francavilla al Mare e Montesilvano.
Durante l’attività di indagine sono stati sottoposti a sequestro, in tre distinte operazioni, circa 14 kg di marijuana nonché, in un’altra circostanza 30 gr di cocaina, con contestuale arresto, nella flagranza del reato, di un cittadino albanese.
Lo stupefacente sottoposto a sequestro è stato rinvenuto occultato in anfratti posti in aperta campagna in un comune adiacente a quello di Chieti, il cui recupero ed addebito agli indagati è avvenuto grazie allo stretto monitoraggio dei mezzi di locomozione in uso agli indagati e, in particolare ai due fratelli albanesi, che ha consentito di mappare i loro spostamenti ed individuare i luoghi in cui lo stupefacente veniva occultato.
La Procura di Chieti, grazie alla minuziosa ricostruzione dei fatti ha contestato 59 distinti capi di imputazione agli indagati.