L'ipotesi di realizzazione di un “laboratorio aziendale” risale al settembre 2018, quando venne avviata l'acquisizione di documentazione informativa su analoghe strutture di altri gestori, anche di altre regioni d'Italia, nonché con una prima ricognizione dei costi che la Sasi sosteneva per l'effettuazione di analisi di acque potabili e di scarico, presso laboratori privati, per una spesa di circa 180 mila euro l'anno. “Abbiamo maturato la convinzione che la realizzazione della struttura fosse non solo un vantaggio economico nel medio e lungo periodo – ha precisato il presidente Gianfranco Basterebbe – ma anche un avanzamento significativo in termini di capacità gestionale dei processi di trattamento delle acque, potabilizzazione e depurazione. Si è quindi scelto di procedere con l'individuazione dei locali, poi il dramma del Covid ha bloccato i lavori che però sono ripresi appena è stato possibile. E ora il laboratorio è finalmente una realtà”.
Questa mattina infatti c'è stata la presentazione ufficiale della struttura, già operante, da luglio scorso è in funzione tutta la strumentazione acquisita. “C'è un confronto con l'Ersi in merito al personale – aggiunge Basterebbe che ha tenuto a sottolineare come la Sasi che gestisce 800 chilometri di reti per 90 Comuni ha solo 173 dipendenti contro i 300 della società Ruzzo con appena 300 chilometri di reti e meno di 40 Comuni – quello che conta è il bilancio attuale chiuso con oltre 40 mila euro di fatturato e non quello di 10 anni fa che l'Esi si ostina a prendere in considerazione. Questa situazione rappresenta un limite, non si può gestire un budget raddoppiato con lo stesso personale. Il laboratorio è l'esempio lampante di questo problema, il dottor Tommaso Pagliani, responsabile della struttura, è un interinale e i due collaboratori, uno ha un contratto continuativo e l'altro è un tirocinante. Se perdura questa condizione rischiamo di perdere valide professionalità. Il laboratorio è stato istituito – ha concluso il presidente – perché la Sasi si è voluta dotare di un servizio che permette di avere la conoscenza delle acque di tutto il territorio, ma è anche una struttura reattiva nel fornire informazioni nei casi di necessità e anomalie”.
Con l'aiuto di slide il biologo Tommaso Pagliani, ha ripercorso l'iter dei lavori che si sono conclusi nel settembre 2021. “La Sasi per realizzare la struttura contenendo i costi ha acquistato dalla liquidazione della ex fondazione Mario Negri Sud arredi di laboratorio e piccola strumentazione residua, restituendo a queste attrezzature un pezzetto di vita. In un anno abbiamo già gestito – ha spiegato Pagliani -300 campioni di cui 200 prelevati dal personale di laboratorio, e sono state effettuate oltre 2000 analisi. Il laboratorio Sasi è oggi in grado di determinare parametri chimico-fisici, chimici e microbiologici. Attualmente il laboratorio è impegnato nel controllo mensile delle acque captate in corrispondenza delle sorgenti principali (Verde, Avello, Sinello, Capovallone) determinando per ciascuna di esse un profilo chimico e microbiologico molto ampio, le attività di prelievo e di controllo sono in fase di intensificazione anche sulle tante sorgenti di minore entità, il che comporterà un notevole rafforzamento conoscitivo e gestionale in tale ambito. Il laboratorio si occupa inoltre della caratterizzazione chimica delle acque di infiltrazione, finalizzata a determinare se esse possano derivare dalle reti idriche o fognarie della Sasi oppure provengono da falde idriche superficiali locali.
La struttura ha infine intrapreso un'attività di studio della qualità di alcuni corsi d'acqua e del litorale, in particolare nel periodo estivo”. Un'attività quindi importante e costruttiva, e proprio alla luce di questa consapevolezza, Pagliani auspica che il gruppo di lavoro finora costituito “venga consolidato in una prospettiva temporale più ampia possibile e che la struttura acquisisca presto l'accreditamento per i laboratori di prova a noma Iso 17025 e che possa incrementare il proprio volume di lavoro occupandosi anche delle acque potabilizzate e di scarico della depurazione”.