"Questa è una guerra scatenata da uno che si chiama Califfo che vuole cancellare i confini. Di fronte a questa pretesa, abbiamo una sfida: capire perché migliaia di europei aderiscono a questa chiamata?".
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano presenterà a Celano il suo ultimo libro dal titolo "Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore". L’evento politico-culturale si svolgerà sabato 2 aprile, alle ore 11, all’Auditorium “Fermi” di Celano. Dopo i saluti di Lisa Carusi, presidente del Consiglio Comunale, interverranno il ministro Alfano, l’on. Filippo Piccone e Tonino Di Matteo, vice presidente Mcl. A moderare il dibattito sarà Domenico Ranieri, responsabile redazione Il Centro provincia dell’Aquila.
Nel libro il Ministro Alfano traccia la «mappa del terrore» (dalla genesi dell’autoproclamato «Stato islamico», che da mesi sconvolge l’opinione pubblica mondiale con la brutalità dei suoi attacchi militari e la macabra esecuzione di ostaggi inermi, all’attività dei nuclei di al-Qaeda, all’addestramento dei mujaheddin in Afghanistan, all’esplosiva situazione in Israele). La pubblicazione è arricchita da un prezioso glossario in cui compaiono tutti i personaggi, le organizzazioni e i concetti che alimentano la minaccia jihadista.
Il 7 gennaio 2015 la strage terroristica nella sede del settimanale satirico «Charlie Hebdo» ha traumatizzato la Francia e scosso l’Europa. Pochi giorni dopo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano era accanto ai suoi colleghi europei nel corteo che ha percorso le vie di Parigi per dire no alla violenza e rivendicare il diritto alla libertà di opinione e a non avere paura.
La risposta delle istituzioni non poteva farsi attendere, ed era necessario che alle emozioni si sostituisse l’azione legislativa, sempre nel rispetto di un principio cardine esemplarmente espresso dall’arcivescovo di Parigi: «Nessuno identifichi qualche fanatico con una religione intera».
Nella seconda parte del volume Alfano racconta le sfide che le nostre forze di intelligence e di polizia affrontano ogni giorno, dall’espulsione dei «missionari dell’odio» al costante presidio degli «obiettivi sensibili», alla caccia ai foreign fighters con passaporto italiano. All’impegno profuso per sconfiggere chi teorizza e pratica la barbarie, anche il nostro Paese non può sottrarsi, e la scelta sarà più forte se sostenuta da una solida certezza: «Resteremo vigili e lo faremo per i nostri figli, per consegnare loro un’Italia ancor più libera e sicura nella quale vivere. Il nemico è forte; i nostri valori democratici e i nostri princìpi liberali lo sono di più. Molto di più. Per questo vinceremo».