Pescara, 5 febbraio 2014. Un altro incontro chiarificatore per il presidente della regione Gianni Chiodi che oggi, come promesso, ha tenuto una conferenza stampa per riferire sull'interrogatorio di ieri in Procura a Pescara, relativamente ai presunti indebiti rimborsi per viaggi istituzionali, inchiesta che ha coinvolto altre ventitré persone tra consiglieri e assessori regionali. Si potrebbe dire tanto clamore per nulla, almeno questo sembra visto che in fin dei conti oltre hai fatti che gli vengono contestati e ai quali Chiodi sta puntualmente replicando, tutto il resto potrebbe essere inserito in un quotidiano di cronaca rosa, puro gossip, dunque. E allora come si è definito lui stesso, e come di fatto è ancora, il rappresentante legale della Regione Abruzzo, carte alla mano a via via chiarito alla stampa oggi, ieri ai magistrati Bellelli e Di Florio, titolari dell'inchiesta, le varie questioni che fino ad oggi gli hanno creato non poco fastidio, soprattutto a pochi mesi dal voto per il rinnovo del consiglio regionale nell'election day del prossimo 25 maggio.
ll capo di imputazione "più rilevante", per peculato e truffa, contestato al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi "ammonta a 29mila euro", per "184 missioni" che gli vengono contestate in quanto la scheda compilata prevede una dicitura generica, cioè "incontro istituzionale". Di queste 184 missioni su cui si indaga, 164 sono state effettuate a Roma, le altre in numerose città, in Italia e all'estero. La dicitura "incontro istituzionale", ha spiegato oggi Chiodi, è "una prassi consolidata in Regione Abruzzo da 20 - 30 anni" e comunque il presidente ritiene di essere "stato in grado di ricostruire facilmente sia quelle all'estero che quelle in Italia", consegnando la relativa documentazione alla Procura per il "99 per cento" dei viaggi mentre per le missioni a Roma è ancora in corso un lavoro di ricostruzione, che ormai va avanti da dieci giorni.
Daniele Lanetta