Venerdì 22 Novembre 2024

Sorgente Fonte Primavera Popoli, Tar blocca bando Regione

31/01/2019 - Redazione AbruzzoinVideo

Il Tar di Pescara ha sospeso gli effetti del bando emanato dalla Regione Abruzzo per l'assegnazione della sorgente di acqua minerale "Fonte Primavera" di Popoli (Pescara), in concessione al Gruppo San Benedetto dal 1988, e prorogata per altri dieci anni nel 2008.

Il Tar ha fissato l'udienza di merito nel prossimo mese di novembre. Il bando, pubblicato il 2 novembre scorso, e con scadenza per la partecipazione fissato al 5 marzo prossimo, è stato impugnato dalla concorrente società Santa Croce, perché ritenuto "gravemente carente nell'individuazione degli elementi essenziali relativi all'oggetto dell'affidamento", e "irragionevolmente incompleto con preclusione, per il concorrente, della possibilità di formulare un'offerta congrua e consapevole e, quindi, concorrenziale". Lo comunica la stessa società dell'imprenditore Camillo Colella, ex concessionaria, fino alla revoca senza proroga da parte della Regione nel 2015, della sorgente Sant'Antonio Sponga di Canistro (L'Aquila), oggi concessionaria della più piccola sorgente Fiuggino. La Santa Croce ha già partecipato al bando per l'assegnazione della sorgente di acqua Valle Reale, anch'essa a Popoli (Pescara) e San Benedetto in Perillis (L'Aquila), assieme all'attuale concessionario Gran Guizza che fa parte proprio del Gruppo San Benedetto. Bando ancora aperto indetto il 12 maggio del 2017, assegnato provvisoriamente a quest'ultima. In particolare il Tar ha dato ragione alla Santa Croce, assistita dagli avvocati Claudio Di Tonno del Foro di Pescara e all'avvocato Matteo Di Tonno del Foro di Bologna, relativamente al fatto che lo stabilimento di produzione, realizzato dal gruppo San Benedetto e utilizzato per imbottigliare anche l'acqua della sorgente valle Reale, si trova all'interno della concessione Fonte Primavera. E dunque doveva essere anch'esso messo a bando - essendo da considerarsi di proprietà regionale -, dopo aver indennizzato il privato. Il Tar ha chiesto alla Regione Abruzzo di riesaminare la problematica e di elencare in modo più congruo i beni della concessione. "L'esemplare chiarezza dell'ordinanza impone alla Regione di pronunciarsi sulla proprietà dell'intero compendio minerario, ivi compreso lo stabilimento industriale - spiegano gli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno -. Ci si auspica che la Regione voglia conformarsi al decisum tenuto conto che si verte in materia di patrimonio pubblico e, nello specifico, regionale".

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