E' stato notificato ieri ai Sansifici Vecere Srl di Treglio (Ch) il parere negativo della Regione Abruzzo al rilascio dell'Autorizzazione unica ambientale (Aua) richiesta dai Sansifici per proseguire l'attività per altri 15 anni.
La Regione, per legge, è l'autorità competente al rilascio dell'Aua. No per ragioni igienico-sanitarie e urbanistiche. La Conferenza dei servizi per discutere della questione si è svolta a Pescara lo scorso 30 gennaio. Al tavolo presenti i Comuni di Treglio, territorio dove il sansificio è ubicato, e di Rocca San Giovanni; Sasi Spa per gli scarichi; l'Arta Abruzzo, l'Asl Lanciano Vasto Chieti; il Servizio di Gestione e qualità delle acque della Regione e il movimento Nuovo Senso civico, quale portatore d'interesse. Il Comune di Treglio aveva dato parere negativo per il problema delle emissioni in aria, per questioni igienico –sanitarie e di rispetto ambientale, per tutelare la salute pubblica dato che nella zona vivono decine di migliaia di cittadini. Anche dalla Asl era giunto il parere “non favorevole, considerato che non si conosce la qualità dell'aria della zona e che il sansificio può arrecare pericolo alla salute pubblica, dato che è classificata come industria insalubre di primo grado”. “Ci siamo presentati all'incontro – ricorda il sindaco di Treglio, Massimiliano Berghella – ribadendo il nostro no all'autorizzazione, tra le altre cose perché la società ha presentato un piano industriale identico a quello del 2011, quando scattò l'inchiesta della Procura di Lanciano con il sequestro dell'impianto produttivo e furono rilevate irregolarità e incongruenze nella struttura, che, così com'è adesso, è limitata e non è capace, a livello di emissioni, di rispettare i limiti imposti dalla legge, ad esempio per quanto concerne il monossido di carbonio ed altre sostanze inquinanti volatili”. Sulla questione nel luglio 2017 c'è stata una sentenza di condanna per l'amministratore unico della società Sansifici Srl a 6 mesi di arresto, convertiti il 40 mila euro di pena pecuniaria.
Il Comune di Treglio, nella Conferenza dei servizi, aveva anche chiesto che il procedimento autorizzativo venisse assoggettato a Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) dato che il sansificio Vecere si trova a ridosso di un Sito di interesse comunitario (Sic), il “Fosso delle farfalle”, e che quindi nella programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei luoghi e che lo studio di impatto ambientale dovrà contenere anche gli elementi sulla compatibilità fra progetto e finalità conservative del sito.
L'autorizzazione di Vecere era scaduta il 21 dicembre 2016 e aveva ottnuto una proroga di 90 giorni all'esercizio, terminato a fine marzo 2017. “La società – evidenzia Berghella –avrebbe dovuto presentare un progetto in cui venissero individuate e adottate le migliori tecnologie disponibili o Best available techniques (Bat), ovvero le tecniche impiantistiche, di controllo e di gestione che - tra quelle tecnicamente realizzabili ed economicamente sostenibili - garantissero bassi livelli di emissione di inquinanti, l'ottimizzazione dei consumi di materie prime, prodotti, acqua ed energia e un’adeguata prevenzione degli incidenti”. Invece il progetto presentato non ha soddisfatto i criteri richiesti e di qui la bocciatura. “Quest'anno – sottolinea ancora Berghella – l'azienda non avrebbe dovuto riaprire i cancelli, essendo senza autorizzazione”. Invece l'ha fatto. “E la ricomparsa del fumo dal camino non ha soltanto buttato nello sconcerto la cittadinanza ma rischia di minare il rapporto di fiducia che la stessa dovrebbe avere con le istituzioni. I cittadini sono tornati a lamentarsi, in questa circostanza, per l'odore acre ed il fumo. Inoltre l'azienda ha creato confusione e false aspettative negli imprenditori agricoli, dato che adesso, dopo il provvedimento regionale, ha dovuto spegnere il camino e smettere di ricevere sansa da destinare alla lavorazione. “La mia preoccupazione – fa presente ancora il sindaco – è di trovare ora una soluzione affinché non vengano penalizzati gli imprenditori agricoli e i frantoiani. Per questo motivo sono in contatto con l'assessore alle Politiche agricole, Dino Pepe, e il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, con delega alle Attività produttive. L'irresponsabilità dell'azienda, infatti, generato il caos. L'impianto di cui parliamo è classificato come insalubre di prima classe e secondo l'autorizzazione del 2011 si sarebbe dovuta delocalizzare, in accordo con l'azienda, che però non ha mai voluto sentire ragioni”.
“Si tratta – conclude Berghella – di una vicenda che interessa tutto il territorio e non solo il Comune di Treglio e per questo sabato scorso c'è stata una riunione con i sindaci dei centri limitrofi, che condividono appieno la linea dell'amministrazione comunale di Treglio, sia nella necessità di trovare una immediata soluzione al problema che si è creato per i frantoiani, sia nell'avviare un inderogabile progetto di delocalizzazione. I sindaci inoltre chiedono un impegno immediato e un incontro in Regione per una soluzione condivisa ed efficace”.