Un tranquillo venerdì di aprile per S.A., 56enne cittadino termolese da anni domiciliato a Vasto, stava quasi per trasformarsi in un appuntamento con la morte.
L’uomo, con interessi in Brasile, verso le ore 13:30 circa dello scorso 12 aprile, si era incontrato come in altre circostanze, presso il casello autostradale di Lanciano (CH), con un socio in affari, F.A. 51enne, residente nel trevigiano, verso il quale sembra fosse debitore di svariate decine di migliaia di euro.
Un incontro come tanti per parlare della situazione che ormai si protraeva da tempo e risolvere il problema civilmente.
Una volta arrivati sul posto, il trevigiano, giunto alla guida di un furgone, in modo garbato, lo aveva invitato a prendere un cartone di vino che gli aveva portato. Il malcapitato, ignaro di quello che di lì a poco gli sarebbe accaduto, aveva aperto il portellone del furgoncino e si era chinato per afferrare il cartone di vino. Proprio in quel momento F.A. lo aveva aggredito alle spalle e dopo averlo più volte colpito con scariche elettriche, verosimilmente con un teaser, aveva infierito su di lui con violenti colpi sul corpo per poi legarlo ai polsi con delle fascette da elettricista. Nel corso dell’aggressione F.A. aveva tentato anche di spingere S.A. all’interno del furgone senza però riuscirvi a causa della stazza molto robusta della vittima e della reazione dello stesso.
Ad un certo punto F.A. notando che alcune persone si erano fermate e stavano andando in soccorso della vittima, aveva subito tagliato le fascette ai polsi di S.A. e si era dato a precipitosa fuga alla guida del mezzo imboccando l’autostrada.
Le indagini poste in essere dai militari della Stazione Carabinieri di Fossacesia e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ortona, supportati dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Chieti, hanno immediatamente consentito di raccogliere importanti elementi probatori a carico di S.A. ed accertare che il soggetto fosse diretto verso nord. L’immediato intervento del Nucleo Investigativo di Chieti consentiva di rintracciare nel corso della nottata F.A. presso la sua abitazione in provincia di Treviso e nel corso di una mirata perquisizione di iniziativa veniva sottoposto a sequestro il furgone Fiat Doblò utilizzato per l’agguato ed i vestiti intrisi di sangue che indossava al momento del fatto.
Le attività di indagine poste in essere in piena sinergia tra i vari reparti, hanno consentito di fornire alla Procura della Repubblica di Lanciano, nella persona del Procuratore Dott.ssa Di Serio e del Sostituto Dr. Carusi un quadro probatorio tale da poter richiedere al GIP una misura cautelare per tentato omicidio.
Nel corso della serata di ieri 15 aprile, i militari del Nucleo Investigativo di Chieti, unitamente a quelli della Compagnia di Ortona e della Stazione di Pieve di Soligo (TV) hanno dato esecuzione alla misura cautelare in carcere nei confronti di F.A. che è stato rinchiuso presso il carcere trevigiano.