"In Abruzzo la situazione per le persone che soffrono di una malattia mentale si va facendo sempre più insostenibile. E non solo per colpa di COVID-19. Abbiamo con educazione avanzato le nostre richieste al Governo regionale e alla Commissione Consiliare che si occupa di Sanità. Come risposta, un assordante silenzio. E allora dobbiamo alzare la voce. Per questo da oggi avviamo una mobilitazione. Raccoglieremo firme di tutti i cittadini che non vogliono essere indifferenti; incontreremo amministratori, organizzeremo eventi." Così in una nota l'Osservatorio Regionale sulla Salute mentale, che si è costituito lo scorso anno, il 10 ottobre 2019 e che sabato scorso, nell'ambito della Giornata Mondiale della Salute Mentale,ha voluto lanciare una vera e propria campagna di mobilitazione che possa servire ad ottenere risposte dalla Regione. "L’analisi dei trend 2015-2017 per ogni Regione ricavati dal Sistema Informativo Salute Mentale del Ministero e condotta dalla SIEP (Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica) evidenzia per l’Abruzzo forti criticità nella dotazione di strutture territoriali, nella dotazione del personale, nella quantità di prestazione per utente. E’ scarsa l’attenzione alla continuità assistenziale. Aumentano di converso i trattamenti sanitari obbligatori. Tutti i punti di debolezza risultano peggiorati nel triennio.- Si legge nella nota dell'Osservatorio - Una Regione civile non può permettersi questa situazione. Ben prima che la regionalizzazione della Sanità fosse sancita dalla riforma costituzionale del 2001 la Legge 180 e la 833 assegnavano alle Regioni il compito e la responsabilità di programmare sistemi di cura per la salute mentale che rispondessero ai principi della de istituzionalizzazione e della territorializzazione dell’assistenza." L'Osservatorio regionale chiede alla Regione che venga finalmente dedicato alla salute mentale il 5 per 100 delle risorse del Fondo Sanitario Regionale. "Le risorse ci sono, quelle, finalizzate ad una nuova gestione dei servizi territoriali, che si sarebbero dovute liberare dal processo che si è aperto con il DCA 10 del 2016 per il riordino della rete di residenzialità psichiatrica. E quelle finalizzate agli investimenti provenienti dalle risorse del Recovery Fund." L'Osservatorio sulla Salute Mentale chiede che che tali risorse vengano prioritariamente dedicate ai servizi territoriali: " Borse lavoro, assistenza sanitaria integrata da quella sociale a domicilio e fa riferimento ad un esempio virtuoso, quello del progetto ARTIS attuato nel Comune di Pescara che è forte di una esperienza ricca di risultati positivi più che decennale,. Inoltre chiede soluzioni abitative appropriate, Centri Diurni pubblici, attività integrative del Terzo settore.L'Osservatorio regionale della salute mentale sottolinea l'importanza che si dia continuità al sistema delle borse lavoro introducendo gli elementi migliorativi stabiliti già nel 2018 dal Governo Regionale con la Delibera 178. Insomma si chiamano a raccolta tutti coloro ch si trovano a gestire una malattia mentale e a coloro che in qualità di famigliari e operatori sanitari e sociali si occupano di persone la cui vita è contrassegnata, spesso in modo importante, dalla presenza di un disturbo mentale grave che rende invalidi per tutta la vita. "Ci rivolgiamo altresì a tutti coloro che sono animati dal nostro stesso desiderio: le malattie della mente come tutte le altre malattie, non devono ledere la dignità delle persone che ne sono colpite né costituire un elemento di esclusione dall’ambiente in cui vivono, la casa, il quartiere, il luogo di lavoro. Noi pensiamo che lo scopo del nostro impegno e in generale il lavoro delle Istituzioni che si occupano di malattia mentale non sia quello di trovare dove collocarli, ma di aiutarli a vivere con dignità la propria vita.- continua l'Osservatorio sula Salute mentale - Per conseguire questo obiettivo occorre agire su quelle che sono le forme della vita sociale in generale, la famiglia, il lavoro, l’abitare, il tempo libero, la vita della comunità. I Servizi sanitari per la salute mentale non devono quindi offrire solo trattamenti farmacologici o, al più, interventi di psicoterapia ma devono mettere al centro dei propri programmi di lavoro i trattamenti psicosociali finalizzati a migliorare e/o ripristinare le funzioni cognitive, migliorare i comportamenti e le relazioni interpersonali. Per ogni persona presa in carico da un Centro di Salute Mentale deve essere definito un budget di salute finalizzato ad attuare il Piano Terapeutico Individuale (P.T.I.). - continua la nota - Gli utenti e le loro famiglie devono essere considerati interlocutori attivi e partners del trattamento. In particolare i famigliari vanno attivamente coinvolti nel progetto riabilitativo fornendo ad essi supporto ed educazione. Molto importante è la creazione di una rete di soluzioni abitative differenziate. Va infine rafforzata, con interventi di politica attiva del lavoro dedicati, l’inclusione lavorativa delle persone con problemi di salute mentale." L'Osservatorio sottolinea che per realizzare tutto ciò è necessario un diverso sistema di cura ed elenca gli obiettivi fondamentali da raggiungere: più risorse per i servizi territoriali per la salute mentale; una diversa formazione degli operatori a partire dagli psichiatri; il coordinamento all’interno del mondo della Sanità tra Centri di Salute Mentale, Centri Diurni, Residenze Psichiatriche, SPDC e per una parte degli interventi anche Neuropsichiatria Infantile;l’integrazione tra il mondo della Sanità, i Servizi Sociali dei Comuni, i servizi per l’Impiego e il mondo delle imprese profit e non profit."