Il progetto è stato voluto e sostenuto dalla Direzione e dall’Area giuridico-pedagogica per l’alta valenza rieducativa dell’iniziativa, poiché finalizzata a rinsaldare il legame genitoriale anche in ambito “extramurario”. La partita, infatti, si terrà fuori dalle mura carcerarie, in un contesto di condivisione e di gioco di squadra. Una più stretta relazione tra genitori detenuti e figli può essere una speranza per il futuro e una occasione di riscatto. Nella riabilitazione dei detenuti è sancito il diritto a rimanere genitori, a mantenere il legame padre-figlio, tutelato dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che, dicono le statistiche, abbassa la recidiva e la delinquenza intergenerazionale. L’iniziativa si svolgerà, per tutto il mese di dicembre, in circa 68 Istituti penitenziari sparsi per il nostro Paese. In Italia, ogni anno, sono più di 100mila i bambini che – in media per sei/sette ore al mese – incontrano i loro genitori per “rimanere figli”. Il carcere diventa, così, quasi la loro seconda casa. Il calcio è una passione che unisce le generazioni. Lo scopo della manifestazione è quello di creare rapporti più stretti nelle famiglie, in accordo con le istituzioni, per migliorare la qualità del tempo degli incontri in carcere.