"Da Seneca: “ cui prodest scelus, is fecit” ovvero «il delitto l'ha commesso colui al quale esso giova»; è appunto questo il senso ed intento della domanda che ognuno dovrebbe liberamente porsi, quando si cerca di scoprire chi sia l'autore o il promotore di un fatto, nonché le corrispondenti motivazioni. Quindi, perché mai Amil-Lazio avrebbe dovuto compiere una azione tanto stupida ed inutile, quanto controproducente per essa stessa, come dare un assegno “non pagato” quando questo risulta essere stato fornito e portato direttamente dall’esponente del fondo? Oltretutto dopo aver lavorato per più di due anni ed investito oltre che in risorse umane e professionali ad altissimo livello, anche denari, per la progettazione e verifica di fattibilità per il macro-progetto scientifico e socio-umanitario per la rinascita dell’ex prestigioso Istituto di ricerca Mario Negri Sud?" Così in una nota Amil Lazio, presieduta da Pasquale Marasco, associazione che avrebbe dovuto acquisire l'immobile del Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro, per il quale aveva partecipato e vinto il bando presentando un progetto ambizioso, ma che resterà in un cassetto poichè la transazione da oltre 10 milioni di euro è saltata. Ad arenare l'importante operazione di aggiudicazione del complesso è stato il mancato incasso, da parte della Provincia, del primo assegno, di 107,292,60 euro, consegnato all'ente da uno dei finanziatori del progetto. L'Amil nella nota chiarisce la sua posizione ed i passaggi più salienti della vicenda. "Il giorno 3 settembre 2020 con una pec datata 2 settembre, la Provincia provvedeva ad avvisarci che con Determina 767 era stata disposta la non aggiudicazione della procedura di acquisto dell’ex Mario Negri Sud in quanto sarebbero scaduti i termini di legge per la copertura totale o parziale degli oneri dovuti alla data 30/08/2020. Nella stessa nota leggiamo che il Tesoriere Provinciale presso UBI Banca di Chieti, ha emesso “copia analogica dell’immagine dell’assegno conforme all’originale”, risultato “impagato”. Non avendo ulteriori elementi, - continua la nota di Amil lazio - abbiamo autonomamente recuperato sul web, tramite il sito della Provincia, la Determina 767 citata nella pec, per nostra giusta visione e comprensione dei fatti citati. Pertanto abbiamo anche chiesto formale accesso agli atti, allo scopo di poter comprendere gli esatti accadimenti, anche in ordine temporale. Ciò premesso, per doverosa ricostruzione dell’esatta verità. - continua Amil Lazio - Per il resto ben comprendiamo lo stupore e l’amarezza del Presidente Pupillo che, insieme a noi, tifava per la riuscita del progetto. E ci mancherebbe! - continua l'associazione - Solo che bisognerebbe considerare che il nostro attuale stato d’animo di parte lesa, è di gran lunga più nero. Siamo letteralmente attoniti e sbigottiti, oltretutto dopo tutto il lavoro fatto ed il tempo ed i costi ora inutilmente spesi. E’ del tutto evidente, che un macro progetto di siffatta importanza e rilevanza, anche e specialmente economica, (ove si voglia veramente fare) debba essere necessariamente “appoggiato” da un fondo che, mai come in questo caso, ne sposi e condivida la causa. Ed infatti un fondo “etico” presentato e garantito da persone ed ambienti di alta levatura, si è dimostrato entusiasta del progetto e della finalità, pronto quindi ad affiancarci e sostenerci economicamente, ed eventualmente anche nella gestione. La parte scientifica e di ricerca, poi, sarebbe stata assegnata ad insigne e note personalità in ambito medico-universitario già presenti al nostro interno, così come aperto ad altre collaborazioni già individuate in vari campi della scienza. Nella nostra volontà di inclusione e partecipazione locale (oltre che nazionale ed internazionale) il progetto prevedeva anche la collaborazione delle varie “ intellighenzie” abruzzesi per la ricerca e medicina, specialmente in ambito giovanile e sopperire alle varie sacche di disoccupazione, stante la programmata e pianificata attività di assunzioni nei vari campi previsti. Quindi comprendiamo perfettamente il grande generico rammarico che leggiamo, ma la nostra amarezza, angustia ed incredulità, promana non da considerazioni di possibile interesse locale o politica, ma dalla consapevolezza di essere stati vittima di un inspiegabile ed ignoto atto di tradimento e terrorismo ad una possibilità che, con abnegazione, non era certamente più utopistica per l’Abruzzo." L'Amil Lazio nella nota tiene a sottolineare che "la nostra Associazione, come detto, non si occupa di finanza, affari o politica di nessun genere, ma più semplicemente di volontariato etico ed altruistico. Il nostro progetto non era ignoto, era stato per tempo presentato ai vari settori di competenza, ricevendone consenso. Il rappresentante del fondo che, per definizione, provvede anzi, a quanto pare, avrebbe dovuto provvedere al regolare finanziamento, è stato presentato ed anzi, ha effettuato autonomamente le operazioni che richiedeva la procedura. Purtroppo dobbiamo amaramente constatare, in queste ore, che “cause a noi al momento ignote” hanno determinato un problema generalizzato, una brutale interruzione di un entusiasmante sogno di molti, un grave problema di immagine per noi che, avvertiamo, sarà difesa in ogni sede, riservandoci ogni azione a tutela e difesa della nostra alta moralità contro chiunque affermerà o solo insinuerà cose non attinenti alla nostra specchiata condotta associativa. Al momento possiamo solo sperare ed auspicare che, gli abruzzesi, comprendano al meglio, ognuno secondo propria coscienza."Conclude Amil Lazio