Nella riunione tenutasi al Comune di Vasto la scorsa settimana si è discusso del recepimento da parte dei Comuni della recente Legge Regionale 7/2029, che integra e modifica la precedente legge sui trabocchi. Il WWF Zona Frentana e Costa Teatina è stato interpellato, insieme agli altri comitati e associazioni locali, in audizione alla Commissione assetto del territorio, a cui oggi, dopo attenta disamina dei documenti, invia le proprie considerazioni. "Chiediamo, anche agli altri Comuni della costa, di avere una visione lungimirante nell’applicazione e recepimento delle Legge Regionale, già da noi ampiamente contestata, in modo da arginarne gli effetti più devastanti."Così Il Wwf in una nota.
"L’associazione non è affatto contraria alle attività di ristoro che si possono svolgere sui Trabocchi ma, avverte Ines Palena, neo Presidente del WWF Zona Frentana e Costa Teatina “la Via Verde e la Costa dei Trabocchi rappresentano, insieme al Sistema di Aree Protette che ivi si dislocano, l’anima di questo territorio il quale, in questi elementi, concentra tutte le sue peculiarità. Il rischio” continua Palena “è quello di vedere snaturate queste antiche macchine da pesca in ristoranti sospesi sul mare, completamente fuori contesto, fumanti di fritture di giorno e di luci e musica eccessive di notte”. L'associazione sottolinea come destino ancora più preoccupazione i Trabocchi storici o in aree protette, sui quali l’Associazione chiede fermamente che restino fuori da possibili ampliamenti e usi diversi da quelli originari. Secondo Il Wwf le attività enogastronomiche sui trabocchi devono essere svolte trovando il giusto equilibrio con le norme di tutela dell’ecosistema costiero e marino e tenere conto dei diversi vincoli già esistenti, oltre che del Piano Demaniale Marittimo che il Comune si appresta a redigere. Chi verifica gli scarichi a mare di queste strutture?" - si chiede l'associazione ambientalista - Occorrerebbe potenziare la vigilanza, ma anche sensibilizzare i concessionari ad un uso più attento e sostenibile dei prodotti di pulizia, che dovrebbero essere biodegradabili, oltre che a ridurre il loro impatto sull’ambiente con tutti gli accorgimenti possibili (limitando l’uso di plastica, il dispendio energetico e idrico ecc.)." Il Wwf continua a porsi altre domande consone. "Per quanto riguarda l’agibilità, chi controllerà la tenuta delle strutture le quali, nate per sostenere il peso di alcuni abili pescatori, verranno continuamente sollecitate dagli avventori? Cosa accadrà a queste strutture quando dovessero verificarsi eventi eccezionali legati alle mareggiate? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che il WWF si pone e che hanno ad oggetto soprattutto la sicurezza degli avventori e la tutela della costa nel paesaggio e nella sua storia. “Temiamo un turismo di massa. Autobus che scaricano flotte di visitatori distratti che consumano cibi congelati in piatti di plastica” riprende Palena. “Il turismo che vogliamo nel nostro territorio deve essere responsabile e sostenibile, fatto di persone attente alla Natura, desiderose di osservare il mare cristallino dal Trabocco e pronte a percorrere i diversi sentieri nelle aree protette sparse sulla Costa dei Trabocchi. Un turismo non per forza estivo, ma distribuito anche in primavera e in autunno, stagioni in cui la naturalità e l’autenticità dei luoghi sono ancora più evidenti” È questo lo sviluppo di cui necessita il nostro territorio, che deve continuare a puntare su ciò che ci caratterizza e differenzia: una Natura ancora in parte incontaminata, nonostante la forte antropizzazione; aree protette e Parchi nei quali percorrere chilometri di sentieri ciclo/pedonali; un’antica tradizione enogastronomica oramai conosciuta ovunque. Il WWF chiede che il Comune di Vasto si adoperi, per quanto gli compete, a far sì che i Trabocchi mantengano le dimensioni e le caratteristiche che avevano in passato, al fine di conservare il loro valore storico/culturale. “Non distruggiamo tutto questo”, è la richiesta del WWF, “ma costruiamo insieme un percorso di valorizzazione del territorio di cui i Trabocchi possano essere protagonisti, in termini di sostenibilità ambientale e culturale”.