La misura restrittiva emessa costituisce un aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, ai luoghi abitualmente frequentati dalla medesima e dal divieto assoluto di comunicare con la vittima, a cui l’indagato era già sottoposto dal 23 giugno scorso e che aveva già sostituito analoga misura degli arresti domiciliari applicata nel mese di maggio.
Alla base dell’emissione di una misura cautelare, la necessità di proteggere la donna dall’ex marito, che nonostante una separazione consensuale manteneva nei confronti della ex moglie gravi e inconsulti sentimenti di rivalsa per fatti avvenuti durante la loro relazione e che lo avevano portato a mettere in atto condotte persecutorie nei confronti della donna, anche sul luogo di lavoro e davanti ai figli minori. Non solo messaggi e post offensivi e diffamatori sui social network, ma anche pedinamenti, minacce e la causazione di un incidente stradale volontario contro la vettura condotta dalla persona offesa che nella circostanza riportava lievi lesioni.
Una maggiore afflittività del provvedimento iniziale si è resa necessaria in quanto questa Procura, letti gli atti della P.G, intervenuta più volte su richiesta della persona offesa, ha ritenuto inidonea la misura cautelare non custodiale in atto, la cui applicazione non ha impedito all’indagato di reiterare quelle condotte che avevano portato all’adozione nei suoi confronti di una misura cautelare.
Nello specifico dimostrando insofferenza alle prescrizioni dell’Autorità giudiziaria, l’uomo aveva ripetutamente avvicinato sulla pubblica via la persona offesa ingiuriandola pesantemente ed assumendo un atteggiamento minaccioso e aggressivo.