Si è conclusa da pochi giorni l’ultima campagna del Centro di controllo area pesca (C.C.A.P) della Direzione Marittima di Pescara finalizzata al controllo della filiera ittica: Mistral, il nome dell’operazione, durante la quale il personale in forza a tutti gli Uffici della Direzione Marittima (da Martinsicuro a Campomarino), ha intensificato l’attività di vigilanza e monitoraggio, dallo sbarco fino alla commercializzazione del pescato.
Oggetto dei controlli sono state le pescherie, i ristoranti ed i grandi centri di smistamento e spedizione di prodotto ittico dell’Abruzzo e del Molise. I militari, dopo un lungo periodo di attenta osservazione, hanno intercettato lungo l’asse autostradale diversi furgoni isotermici, diretti per lo più verso Roma, utilizzati per il trasporto dei prodotti ittici, ma privi, in alcuni casi, di qualunque documento che potesse attestarne la tracciabilità – presidio ineludibile per la tutela del consumatore finale.
Tra le principali violazioni contestate vi sono la pesca di prodotto ittico in quantità superiori a quelle autorizzate, per ciascuna specie, dalla normativa vigente, così come lo sbarco, il trasbordo e la commercializzazione di esemplari di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento (c.d. novellame); comportamenti questi ultimi che, su larga scala, sono i principali responsabili del progressivo depauperamento della risorsa ittica nazionale, causano gravi squilibri nell’ecosistema marino e contribuiscono alla crisi di un importante settore produttivo nazionale quale quello della pesca.
Particolare attenzione è stata posta nel settore dedito alla commercializzazione delle vongole, nome scientifico “chamelea galina”, per lo più presso i grandi centri di distribuzione dove transitano ingenti quantitativi di prodotto ittico, sempre più spesso non accompagnato da alcuna documentazione o in difformità alla normativa di settore. Si tratta di molluschi bivalvi che rappresentano una specie ittica di particolare pregio e diffusione per il consumatore finale ma che presenta enormi rischi di sovrasfruttamento della risorsa legati al fenomeno di immissione in commercio di quantità superiore a quello che, in teoria, dovrebbe risultare dalla somma di tute le catture delle barche autorizzate al prelievo.
È proprio in tale contesto che, in occasione di un’ispezione ad un centro di spedizione di molluschi bivalvi, sono stati sequestrati circa 800 kg di prodotto ittico privo di qualsiasi documentazione a supporto della tracciabilità e quindi immesso illegalmente nel circuito commerciale. La paziente ed accurata attività investigativa posta in essere dai militari ha portato, in pochi giorni, all’effettuazione di 150 verifiche su tutto il territorio di competenza (Abruzzo e Molise) con il sequestro di circa 1500 kg di prodotto ittico e svariati attrezzi da pesca non conformi.
Le sanzioni ammnistrative contestate, che superano i 25.000 €. Le donne e gli uomini della Guardia Costiera continueranno a perseverare nell’attività di vigilanza ispettiva a tutela della risorsa alieutica e degli operatori del settore che, con il loro corretto operato, contribuiscono a far arrivare sulle nostre tavole un prodotto ittico in linea con gli standard normativi.