E' stata una interessante occasione di conoscenza e approfondimento su metodi e tecniche all'avanguardia, già utilizzate in Europa e in molte regioni italiane. Ha visto anche la partecipazione degli ordini professionali. Sala stracolma, segno della validità degli argomenti al centro del convegno. Assente giustificato il Presidente Gianfranco Basterebbe per impegni legati alla società e non rinviabili. A dare il via ai lavori, coordinati da Liliana Pedercini di Servizi a Rete, è stato il direttore generale della Sasi Giorgio Marone che ha sottolineato gli aspetti più significativi di questa giornata di studio e l'attenzione che la Sasi sta riservando a questi temi. Sugli obiettivi si è soffermato Donatello Di Prinzio responsabile reti della Sasi, che ha relazionato proprio sull'efficacia di questi sistemi no-dig - “L'obiettivo è quello di informare i tecnici, le aziende e gli enti sulle nuove tecnologie per progettare, costruire e ricostruire le condotte idriche e fognarie. Sono metodi applicabili senza scavare e che riducono notevolmente l'impatto nei centri abitati che con gli scavi sono costretti a subire non pochi disagi. Sistemi che in Europa e in altre parti d'Italia sono di uso quasi comune. Noi come Sasi abbiamo già adottato in alcuni casi questi metodi innovativi con buoni risultati. L'auspicio è che queste tecniche vengano utilizzate sempre di più, soprattutto nei centri storici dove c'è una maggiore difficoltà a scavare”. La Sasi, dunque, ha voluto questa giornata informativa per favorire un confronto qualificato grazie alla presenza di esperti. Cosa significa progettare senza scavi, qual'è l'iter di un progetto di questo tipo, lo ha spiegato Stefano Mambretti, professore al Politecnico di Milano, Dipartimento di ingegneria civile e ambientale. L'importanza di conoscere la rete e da dove partire per una corretta gestione: due temi fondamentali per società che gestiscono questo tipo di servizi. Ne hanno parlato Davide Berbenni e Franco Scarabelli, quest'ultimo ha puntato l'accento sulle tecnologie no dig per il ripristino di acquedotti e fognature. L'importanza dell'argomento è stata testimoniata anche dall'interesse e dall'attenzione mostrati dai numerosi presenti. Non si può non tenere conto di tecniche meno invasive e impattanti come sono appunto i sistemi no dig. “Questa tecnologia riveste un ruolo fondamentale se si vuole disegnare la città del futuro”, ha concluso Liliana Pedercini.