Il piccolo commercio alza la voce contro il nuovo Dpcm varato dal Governo per contrastare l’avanzare della pandemia Covid 19. Confcommercio, attraverso il braccio operativo Federmoda, esprime il proprio dissenso per quello che viene considerato un “lockdown mascherato”. Chiudere bar, ristoranti e palestre, infatti, è come spegnere le città e ormai i negozi sono desolatamente vuoti dal momento in cui la curva dei contagi ha cominciato a risalire. Uno stato di cose che ha acuito le difficoltà di un settore che già soffriva di una patologia pregressa ma che nel 2020 ha di fatto peggiorato la situazione generale di una categoria dove è a rischio la sopravvivenza di numerose attività. La sospensione di attività definite “non essenziali” dal Governo nonché il divieto di feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle delle cerimonie unitamente allo smart working e al clima di terrore che si respira, comporta danni diretti e indiretti alle attività del comparto moda. Aziende che si ritrovano a dover fare i conti sulle mancate vendite di abbigliamento, calzature, pelletterie e accessori, articoli sportivi e per le cerimonie e feste che generano un importante volume di acquisti quasi obbligati. Inoltre la chiusura alle 18 dei pubblici esercizi penalizza anche il dettaglio moda in quanto limita gli spostamenti delle persone proprio in quegli orari che generalmente sono dedicati allo shopping, tanto da spingere talune attività a considerare l’opportunità di chiusura anticipata anche dei loro esercizi, per ridurre almeno i costi fissi e gestire al meglio il personale, per chi ancora può permetterselo. Per tutti questi motivi Federmoda per il tramite di Confcommercio ha chiesto al Governo misure di sostegno al settore, ormai urgenti come: - estendere il credito d’imposta per gli affitti per tutto il 2020; - la rottamazione o detassazione delle rimanenze (che ricade impietosamente su quegli operatori che hanno ordinato la merce 8 mesi prima sulla base di previsioni di vendita in tempi di normalità economica); - un contributo a fondo perduto del 50% per l’ultimo trimestre 2020 su quello dell’ultimo del 2019; - una moratoria sui versamenti tributari e contributivi a tutto il 2021; - sospensione al 31/12 2020 degli incassi dei titoli di credito; - sospensione mutui e leasing bancari aziendali fino al 31/12/2021 (ad oggi sospesi fino al 31/12 2020); - prosecuzione della CIGS fino a tutto il 2021; - in ultimo si è avanzata la possibilità di agevolare tutte quelle imprese (i nostri fornitori) che ci abbiano concesso o concedano sconti o annullamenti sugli ordini già effettuati. Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti, spiega: “Le nostre attività, seppur non oggetto di attenzione del Dpcm, lo sono nella vita reale e non possono assumersi questo carico da soli e senza prospettive. E’ necessario- afferma Tiberio- che tutti si assumano le proprie responsabilità perché se non lo farà una norma, lo farà il mercato!”