26 febbraio 2014. Secondo giorno di protesta, davanti alla sede pescarese di Equitalia, di S.B., un ex imprenditore di Montesilvano (Pescara) che e' disposto a donare un rene o una cornea a chi lo aiutera' a rientrare in possesso della sua casa, che e' stata messa all'asta "dalle banche e da Equitalia", dice lui. Ma ieri Equitalia aveva smentito questa notizia sostenendo che la societa' non c'entrava nulla con la vendita della casa dell'uomo e che, anzi, era disposta ad aiutarlo. L'uomo, anche oggi, come ieri, si e' posizionato con i suoi cartelli dinanzi agli uffici di via Gabriele d'Annunzio e annuncia che proseguira' fino a sabato, per poi spostarsi davanti alla sede della Banca d'Italia e poi proseguire a Roma, dove ha gia' manifestato in passato. Fino ad ora, spiega, non ha ricevuto alcuna proposta, se non "le telefonate di tanti giornalisti e inviti a varie trasmissioni". L'ex imprenditore, che non ha un lavoro e ha tentato il suicidio, se la prende con le banche e con Equitalia e dice di essere disposto a mostrare a tutti i documenti del Tribunale che lo riguardano. "Equitalia figura come secondo soggetto, il primo e' la banca", a vantare diritti nei suoi confronti. "Equitalia, dice, si comporta come gli avvoltoi che aspettano che qualcuno colpisca la preda per poi lanciarcisi sopra. Se avessero voluto fare qualcosa per aiutarmi avrebbero potuto farlo quando sono andato li' a piangere in ginocchio. Oramai hanno di fronte un paziente in coma che sta morendo, come fanno a tornare indietro? Io mi vergogno di loro, non hanno un'anima. Oggi l'unica soluzione e' che qualcuno mi aiuti a riprendermi la casa, considerato che il procedimento per l'asta e' partito". L'uomo chiede una "legislazione diversa", prendendo spunto da altri paesi, e dice di voler "sensibilizzare l'opinione pubblica, considerato che ci sono milioni di casi cosi'"