Dalla ricostruzione della città de L’Aquila ai nuovi smottamenti terrestri che hanno colpito in particolare le città di Amatrice e Arquata del Tronto, dentro l’intimità dello sguardo di chi ha vissuto il terremoto: è la storia raccontata da “Appennino”, il film del regista abruzzese Emiliano Dante in concorso alla XII edizione del Cervino CineMountain, il festival internazionale del cinema di montagna più alto d’Europa.
Storie, avventure, emozioni a tutto tondo: dal 4 al 12 agosto Cervinia e Valtournenche si trasformano in palcoscenico trasportandoci nei territori dell’avventura e dell’immaginazione.
La vetta è un’immagine, una figura retorica che evoca sfide, avventure e fatiche. “Chi più in alto sale, più lontano vede. Chi più lontano vede, più a lungo sogna” diceva Walter Bonatti e la salita, in tutte le sue forme, in tutto ciò che rappresenta in quanto sfida e sogno, è la protagonista della XXI edizione del Cervino CineMountain, in scena dal 4 al 12 agosto a Cervinia e Valtournanche. Non solo quindi glialpinisti ma gli esploratori dell’impossibile, dentro e fuori da se stessi, per un’edizione che si annuncia più che mai ricca di novità e proposte nel segno della conquista. Tra i film in concorso per il Premio “Montagne d’Italia” la pellicola del regista abruzzese Emiliano Dante “Appennino”.
Aprile 2009, terremoto in Abruzzo. Nel 2016 l’Aquila è ancora una città in ricostruzione, sui tetti svettano le gru, quasi immobili testimoni di una dramma mai davvero terminato, mai risolto. Appennino, la pellicola di Emiliano Dante, regista aquilano, è un diario cinematografico girato nell’anno tra agosto 2016-2017. Un racconto intimo e quasi ironico del “terremotato”, l’influsso traumatico che un evento catastrofico come il terremoto ha sulle vite di chi lo ha vissuto, e sulla sua. Dalla ricostruzione della città de L’Aquila Dante insegue i nuovi smottamenti terrestri che hanno colpito in particolare le città di Amatrice e Arquata del Tronto, raccontando le paure, le angosce ma anche le speranze che non abbandonano mai un “terremotato”. Un film-diario che utilizza il pretesto della ricostruzione urbana quale spunto per una riflessione sul senso stesso di fare cinema. Il film è un continuo fare e rifare, come conseguenza del terremoto, che è anche filo conduttore di una narrazione a spirale – oltre 500 inquadrature a scalare – tra immagini, riprese video, disegni e accenni all’animazione.
Soggetto e sceneggiatura: Emiliano Dante
Produzione: Dansacro Digital Artisans; in collaborazione con Associazione Fausto Rossano, H.H.M.M.
Dal Festival: Torino Film Festival (Selezione Ufficiale), Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, Marocco (Premio Speciale della Giuria)
trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=1TRTYtYejYI&feature=youtu.be