di Maria Pia Zaurito
30 LUGLIO 2012. Il celebre scrittore, giornalista e sceneggiatore Ennio Flaiano, negli anni trascorsi a Roma, realizza dei francobolli per uno scambio epistolare con il suo amico Nicola Ciarletta, critico d’arte e filosofo aquilano. Provenendo dalle arti figurative, la particolare originalità di Flaiano nell’imitare in maniera precisa francobolli tutti differenti tra loro, inclusi i timbri postali, supera quella del suo conterraneo che in cambio gli spedisce le caricature di finti antenati e parenti. Sono proprio queste fotografie caricaturali a illuminare la sua creatività e la sua necessità di evocare, nonostante un’enorme fatica nel preparare dei bellissimi trompe-l’oeil. In questo modo, pur amando la capitale romana, Flaiano conserva i ricordi della sua infanzia e adolescenza, mostrando una certa bravura nell’eseguire artigianalmente e curare perfettamente le sue invenzioni grazie a un estro sorprendente e un’ironia ostentata. Oltre a una viva e continua corrispondenza, tra Flaiano e Nicola Ciarletta si crea anche una sfida con lo scopo di dimostrare ognuno le proprie capacità e di attestare le loro affinità di abruzzesi. Nasce così un’intesa speciale tanto che l’uno sa cosa riceve dall’altro e tale sintonia permette a entrambi di mantenere un legame con le proprie radici e colmare una distanza tra loro stessi e il passato ancestrale: i due provano nostalgia nei confronti dei propri luoghi e delle tradizioni locali. Ma Flaiano, essendo una figura eclettica e un incallito umorista, è convinto dell’assurdità di questo sentimento nostalgico e, simile a un attore di teatro, recita la sua parte in questo suo hobby personale e poco noto all’opinione pubblica.Questa piccola curiosità su un aspetto della sua vita privata contribuisce a dare valore e dignità a Flaiano non solo nella veste di scrittore ma anche nella funzione primaria e fondamentale di uomo inserito nella società del suo tempo.