15 febbraio 2012. Dopo l’ultimo intervento per raggiungere e portare fieno a dei cavalli in una stalla bloccata da giorni, gli uomini e i mezzi speciali del 9° reggimento alpini, impegnati da dodici giorni per l’emergenza neve in Abruzzo, hanno iniziato il rientro nella sede stanziale della caserma “Rossi” a L’Aquila. Sono oltre novanta gli interventi che i cento uomini e gli otto mezzi cingolati BV 206, particolarmente adatti al movimento sui terreni innevati, hanno effettuato nella zona della Marsica, a partire dalla serata del 3 febbraio, quando l’abbondante nevicata aveva reso impraticabile le strade e i collegamenti nella regione abruzzese.
Gli interventi degli alpini, svolti sotto il coordinamento della Prefettura dell’Aquila e in collaborazione con i Vigili del Fuoco e le locali Forze dell’Ordine, sono stati caratterizzati nei primi giorni da attività di soccorso, trasporto e assistenza ad oltre settecento persone rimaste bloccate o isolate dalla neve molto alta sull’autostrada e sulla strada statale 82. In particolare i nuclei di intervento messi in campo dal reggimento, grazie alla presenza di personale medico militare, hanno effettuato oltre venticinque interventi di soccorso e trasporto in ospedale di persone in condizioni sanitarie critiche quali: cardiopatici, dializzati, colpiti da ictus e disabili.
Uno schieramento di uomini e mezzi ridislocati ad Avezzano, San Vincenzo Valle Roveto, Sulmona e Atri che ha raggiunto tempestivamente molti paesi e frazioni rimaste isolate effettuando venti attività di trasporto viveri, medicinali e generi di prima necessità e molti interventi di ripristino della viabilità. Sono scesi in campo anche gli specialisti degli alpini, come gli sciatori che grazie alla loro capacità di muoversi sulla neve hanno tratto in salvo, trasportandola in barella, un’anziana disabile e hanno consegnato viveri e medicinali ad alcuni casolari rimasti isolati per giorni ed anche gli esperti neve e valanghe che hanno effettuato diversi sopralluoghi e valutazioni del manto nevoso nelle zone a rischio della Valle del Sagittario.
Infine, ma non meno importanti, gli oltre venti interventi portati a termine negli ultimi giorni a favore di allevamenti di bestiame, ovini, bovini e cavalli, rimasti isolati per molti giorni con gli animali in sofferenza a causa della mancanza di viveri e acqua.