7 MAGGIO 2012. Ha raggiunto quasi un migliaio di persone la manifestazione di ieri organizzata dagli ultrà a Pescara, in occasione della tragica morte del giovane Domenico Rigante. Il Sindaco della Città, Luigi Albore Mascia, è stato più di una volta contestato come rappresentante delle istituzioni. “Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?, hanno infatti urlato più volte i manifestanti. Un brutto clima si è instaurato, quindi, nel capoluogo adriatico anche perché al Sindaco, apparso più di una volta in difficoltà, sono state ricordate tutte le “malefatte” della comunità rom pescarese, a cui vengono imputate una serie di delitti insoluti e criminalità diffusa. “Io la faccia ce l'ho messa”, ha detto alla folla il primo cittadino, ma alla fine a portare un po' di calma è stato il padre di Domenico Rigante, Pasquale, che rivolto alla folla molto eccitata ha detto: “ Io vi ringrazio, ora torni la calma, scioglietevi perché quello che dovevate fare lo avete fatto”.
Il Questore di Pescara, Paolo Passamonti, ha confermato le voci di una autentica “paura” che ha preso la comunità rom di Pescara. “Ma vorrei ricordare - ha detto Passamonti – che sono cittadini italiani a tutti gli effetti, stanziali dagli anni quaranta e che non tutti sono dei delinquenti”. Molti, in queste ore, se ne sono andati da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di comunità spaccata, specie tra i due quartieri dove sono più insediati, e cioè Rancitelli e i Colli. Le Forze dell'Ordine, hanno confermato che l'attenzione è alta e che aumenteranno i controlli nei quartieri a fini di ordine pubblico. “Chi sa, parli”, ha detto il Capo della Mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana. E si riferisce a coloro che erano presenti al raid della “banda rom” durante la quale è rimasto ucciso Domenico Rigante.