di Maria Pia Zaurito - 15 gennaio 2013. Sabato 12 gennaio 2013 alle ore 17,30 presso la sala San Carlo del Museo Civico Archeologico “F. Savini” di Teramo è stato presentato il volume “L’infanzia di Gesù” di Benedetto XVI, a cura del Centro culturale “Gente gente”. La presentatrice, componente della suddetta associazione, ha dato la parola a Michele Seccia, arcivescovo della diocesi di Teramo-Atri, il quale ha ringraziato gli ideatori dell’evento, affermando che in questo testo il Papa ha voluto dare uno sguardo alla storia, conservando però il mistero dell’infanzia di Gesù che risulta essere molto sconvolgente. All’evento sono intervenuti Don Pietro Lalloni, parroco di Santa Maria in Cartecchio di Teramo e Giuseppe Fidelibus, docente dell’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Don Pietro Lalloni ha spiegato che la scrittura del libro su Gesù è stata la realizzazione del desiderio di Benedetto XVI, già da quando era cardinale Ratzinger. Il parroco di Santa Maria in Cartecchio ha preso in considerazione i quattro capitoli che compongono il volume: nel primo, il pontefice, per inserire Gesù nella storia, si concentra sulla genealogia attraverso un elenco di nomi che rappresentano la sintesi della salvezza; nel secondo viene trattata la nascita di Giovanni e quella di Gesù effettuando un parallelo per la serie di profezie che si realizzeranno; nel terzo, centrale è la nascita di Gesù a Betlemme, avvenuta in un momento preciso della storia degli uomini e infine nel quarto sono raccontati l’arrivo dei Magi, la fuga in Egitto e la presentazione al tempio. Il Papa, secondo le parole di don Pietro, ha posto l’attenzione sulla storicità dei fatti, offrendo una lettura storica, profetica e cosmologica ricca di mistero: Gesù non è un mito e la sua origine è determinante nella storia. Il professore Giuseppe Fidelibus ha dichiarato che Benedetto XVI ha attuato una grande sintesi e alcuni passi del libro sono carichi di realismo. Prendendo in considerazione le parole utilizzate dal pontefice, egli arriva a sostenere che il Cristianesimo è un dato di fatto e che la fede non è creare una storia bensì aderire a essa. L’evento ha portato alla conoscenza e all’approfondimento di alcuni aspetti dell’infanzia di Gesù e della vita dell’epoca, suscitando interesse e accrescendo il sapere storico, religioso e culturale.