La donna all’operatore del 112 ha denunciato, in modo molto agitato e confuso, di essere stata picchiata e cacciata di casa dal proprio convivente.
Nel pomeriggio di ieri una donna di origini brasiliane ha richiesto l’intervento dei Carabinieri presso la propria abitazione a Pacentro. La donna all’operatore del 112 ha denunciato, in modo molto agitato e confuso, di essere stata picchiata e cacciata di casa dal proprio convivente. La centrale operativa ha così inviato una pattuglia della Stazione Carabinieri di Pacentro sul posto. I militari al loro arrivo hanno trovato la donna in lacrime fuori casa vestita con indumenti da notte. La donna, subito accompagnata presso la Stazione Carabinieri di Pacentro, è stata nell’immediatezza assistita da personale di sesso femminile mentre i colleghi hanno identificato e generalizzato il convivente della donna. P.F., classe ’54, sono le iniziali dell’uomo che, senza opporre resistenza ma inveendo contro la convivente, ha lasciato che i militari entrassero in casa e compissero gli accertamenti del caso. Intanto la donna in caserma, nello sporgere denuncia contro l’uomo, ha asserito che i maltrattamenti perduravano da diversi anni ma lei non era mai ricorsa a cure mediche né ha intentato mai azioni legali contro P.F.. Intanto l’uomo è stato condotto presso altri locali della Stazione Carabinieri di Pacentro e, valutata la recente normativa in materia di violenza di genere che rende l’arresto obbligatorio in caso di flagranza di reato per maltrattamenti contro familiari e conviventi, è stato dichiarato in stato di arresto. Datane notizia al magistrato di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona, l’autorità giudiziaria disponeva la collocazione dell’uomo presso la propria abitazione e la sottoposizione dello stesso agli arresti domiciliari nell’attesa che venga celebrata l’udienza di convalida. I militari, intanto, proprio in ossequio alla predetta normativa, assistevano la vittima accompagnandola presso strutture del centro antiviolenza di Sulmona “La Libellula” che, in emergenza, ha fornito validissimo supporto materiale e soprattutto psicologico con personale specializzato.