"Come sempre in politica c’è un prima e un dopo: il prima sottolinea, dopo gli inevitabili dibattiti sulle diverse candidature, la lealtà della Lega su ogni scelta di coalizione per le tornate elettorali di L’Aquila,Pescara, Teramo e in Regione ove la Lega ha appoggiato le diverse candidature di Forza Italia e di Fratelli d’Italia portandoli alla vittoria;il dopo è che le scelte della Lega, viceversa, sono state oggetto di “cecchinaggio” e di fuoco amico e le elezioni di Avezzano e Chieti ne sono la dimostrazione." Sono le parole di Gianfranco Giuliante, responsabile regionale enti locali della Lega, il giorno dopo l'esito delle amministrative a Chieti ed Avezzano che hanno visto i candidati sindaci del centrodestra, espressione in particolare della Lega, sconfitti al ballottaggio. Una tornata elettorale in cui la sconfitta è senza ombra di dubbio dipesa da una coalizione che ha fatto acqua da tutte le parti. Giuliante punta il dito contro Forza Italia in particolare e lo fa con parole al vetriolo. "Forza Italia che esplicitamente ha attuato tale operazione, - continua Giuliante - oggi si lascia andare a dichiarazioni deliranti ove i fatti sopravanzano la menzogna: la Lega è il primo partito in tutte le città dove si è votato ed ha eletto sette consiglieri. Forza Italia è sparita e non ha eletto nessuno. Se D’Eramo deve dimettersi per i risultati in Abruzzo, Pagano e la varia umanità che lo circonda, responsabile di quanto avvenuto, dovrebbe essere “almeno” oggetto di “interdizione politica e non solo” onde evitare altri spiacevoli inconvenienti. Va infine sottolineato il “sottile” ricatto di Febbo in merito ai “numeri” in Regione: "siamo in tre e potremmo mandare a casa Marsilio se provate a mettermi in discussione", - continua Giuliante - una minaccia più che palese di cui il teatino va fiero. In caso di nuove elezioni, nessuno di Forza Italia verrebbe rieletto e,in tutta franchezza, stentiamo a credere al suicidio politico di massa per difendere Febbo e la sua strafottenza. Se il criterio è che quando si perde, il candidato è sbagliato, ci si chieda se Febbo abbia tratto tale convinzione dalla sua personale esperienza laddove è riuscito a perdere da uscente nelle elezioni provinciali di Chieti", conclude Giuliante.