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Coronavirus, 46 sindaci abruzzesi scrivono al presidente Marsilio: inaccettabile il ritardo dei tamponi

24/04/2020 - Redazione AbruzzoinVideo
Coronavirus, 46 sindaci abruzzesi scrivono al presidente Marsilio: inaccettabile il ritardo dei tamponi

I primi cittadini dei comuni della provincia di Chieti si rivolgono al governatore per avere spiegazioni e per chiedere di non essere più tenuti all'oscuro degli atti adottati. "Il garante della salute resta il sindaco"

"Signor Presidente, drammatico, inaccettabile e soprattutto inspiegabile il ritardo, con il quale vengono effettuati e refertati i tamponi naso-faringei per diagnosticare l’infezione da Coronavirus. I decreti del Governo prevedono la risposta nel tempo massimo di trentasei ore. In altre regioni, le risposte arrivano in 24/48 ore. Noi abbiamo risposte dopo 10/15 giorni, e, in particolare, nella nostra ASL i tempi sono anche più lunghi e ci chiediamo quale ne sia la causa!!! Una situazione di questa portata, che genera ritardo nelle cure, nella quarantena dei familiari e quindi un rischio personale e per la comunità, è insostenibile e richiede urgenti risposte e provvedimenti." E' quanto si legge in una lettera inviata oggi da 46 sindaci della provincia di Chieti al presidente della Regione Abruzzo Marsilio e per conoscenza al manager della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, all'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, al prefetto di Chieti,Angelo Barbato ed al presidente dell'Anci, Antonio De Caro, per esprimere tutto il loro disappunto e preoccupazione in relazione ai notevoli ritardi con i quali vengono refertati i tamponi eseguiti sulla popolazione per rilevare la eventuale positività al Covid- 19. "Nella nostra provincia e, in particolare, nei nostri territori, colpiti dal coronavirus,- continua la lettera -  i cittadini hanno reagito in maniera esemplare e rispettosa delle disposizioni impartite dalle Autorità Nazionale, Regionale e Sindacale. Ciò nonostante centinaia di persone si sono ammalate di COVID-19. Tanti cittadini sono stati sottoposti più volte a tampone senza aver mai avuto contezza dei risultati. Secondo le notizie che pervengono agli scriventi, casi simili sono molto di più di quelli che hanno avuto una diagnosi positiva o negativa attraverso il o i tamponi effettuati su di uno stesso soggetto dal sistema sanitario di riferimento e, altre fonti, danno per certa la presenza, presso il Laboratorio Analisi dell’Ospedale Civile di Lanciano di un macchinario idoneo alla refertazione dei tamponi ma, di fatto, non utilizzato. Queste ed altre situazioni gravissime hanno dell’incredibile se si pensa a cosa potrebbe generare in termini di contagio inconsapevole e incolpevole; senza parlare dello stato di apprensione generato da attese di risposte di tale gravità dal punto di vista dello stato di salute personale e delle persone frequentate. Queste persone, per le norme in essere dettate dal Governo, non sono obbligate alla quarantena, in assenza di una diagnosi accertata. Se non sono sintomatici, con un quadro clinico che preveda febbre alta, possono fare tutto quello che è permesso a chi oggi è sano: per esempio andare a fare la spesa, vivere con persone che non hanno alcun obbligo di stare in casa e che vanno anche a lavorare, se impiegate in uno dei settori considerati essenziali o, comunque, in attività consentite. Fanno parte di in un’enorme zona grigia, di incertezza e preoccupazione che non può più essere sottaciuta. È una platea indistinta, come già affermato da altri Sindaci, anch’essi alle prese con problemi quasi irrisolvibili creati da una scarsa interconnessione e carenza di comunicazione assolutamente necessarie ed indispensabili, se non obbligatorie, tra le ASL e le autorità locali. I Comuni, noi Sindaci, siamo totalmente all’oscuro di chi siano i sospetti casi di COVID-19 nei nostri territori. Non esiste una politica “familiare” rispetto a questi casi. È una questione che abbiamo sottoposto più volte all’attenzione dei sanitari responsabili della nostra Asl, senza però ricevere una risposta esauriente. E valga il vero! È di tutta evidenza che scelte sbagliate o tardive, quando addirittura omissive, inceppano il sistema di tutela della salute pubblica, rendendo di fatto così vano ogni sforzo per tutelare la salute e l’incolumità dei cittadini. Questo non può essere tollerato da nessuno. - tuonano i sindaci -  La correlazione, la collaborazione, l’informazione ai Sindaci è atto dovuto e non una cortesia facoltativa da parte di chi di competenza. Noi Sindaci riteniamo che, anche se la sanità è gestita a livello regionale, nei territori delle Autonomie Locali il garante della salute dei cittadini sia il Sindaco. Egli, dice la legge, è la massima “autorità sanitaria” locale e adotta provvedimenti volti alla tutela della salute pubblica dietro referto, rapporto o segnalazione degli organi sanitari competenti. Non è un dettaglio da poco. E invece le cose qui stanno diversamente. Siamo qui a rendere una confessione di impotenza dinanzi all’assurda, tardiva e inappropriata gestione dell’emergenza rispetto ai tempi di attesa nella esecuzione, refertazione e comunicazione dei risultati dei tamponi, indispensabili per porre in essere attività e azioni a tutela delle comunità amministrate, nonostante la volontà, l’impegno e il sacrificio posto in essere dagli scriventi in prima persona e solo con l’ausilio delle proprie risicate risorse umane, economiche-finanziarie e di mezzi, nonché del grande senso di responsabilità collettiva e sacrificio dei nostri concittadini." i primi cittadini fanno poi riferimento ad una dichiarazione del presidente dell'Anci De Caro: “In questo momento di emergenza sanitaria…. la situazione di emergenza va fronteggiata con comportamenti e interventi omogenei su territori di scala vasta per rendere più efficaci le misure di contenimento del virus e anche per evitare panico e allarmismo”. Per fronteggiare il coronavirus nei territori e per essere più utili e solleciti possibili,- continuano i sindaci -  è indispensabile attivare e sollecitare una diversa attenzione degli organi e responsabili sanitari dedicata alle segnalazioni dei sindaci e ai sindaci, per agevolare il passaggio delle informazioni corrette tra Comuni e autorità sanitarie competenti, relative alla prevenzione e agli eventuali casi di contagio. Tutti noi sindaci e l’intera comunità degli amministratori locali è vicina ai propri cittadini, con la consapevolezza che questo è il momento della responsabilità e della compattezza di tutte le istituzioni. Questa abnegazione verso i propri doveri e principalmente verso le nostre Comunità, non può e non deve essere vanificata da comportamenti omissivi. Questa è la nostra posizione, in perfetta armonia e condivisione con quella sostenuta dal Presidente dell’ANCI. - dicono i 45 sindaci nella lettera al governatore Marsilio - Pertanto, signor Presidente, si richiede, cortesemente, una risposta ai seguenti quesiti:

1) quali sono le cause che hanno drasticamente rallentato la refertazione dei tamponi, sopra indicati e riferiti, in special modo, al nostro territorio e quali sono gli interventi correttivi che si intendono adottare per il superamento della situazione de qua;

2) quali sono le soluzioni che si vogliono adottare per colmare la carenza di informazioni nei confronti dei Sindaci, specie quelle relative ai cittadini, che vivono nei territi di competenza risultati positivi al test per il coronavirus, ciò anche al fine di agevolare la ricostruzione della cd. “catena dei contagi”. Si chiede, inoltre, di essere messi a conoscenza di tutti gli atti, adottati ed adottandi, dalla Regione Abruzzo, e dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti, a supporto delle procedure che si utilizzano per l’esecuzione e refertazione di tamponi naso-faringei necessari alla diagnosi dell’infezione da Covid 19 ed, infine, se è intenzione degli stessi Enti procedere all’esecuzione di tamponi sierologici sulla popolazione regionale".

FIRMATO DA:

Massimo Tiberini, Sindaco di Casoli; Vincenzo Muratelli, Sindaco di Altino; Domenico Giangiordano, Sindaco di Roccascalegna; Mario Zulli, Sindaco di Gessopalena; Francesco Menna, Sindaco di Vasto; Mario Pupillo, Sindaco di Lanciano; Carlo De Vitis, Sindaco di Fara San Martino; Carmine Ficca, Sindaco di Torricella Peligna; Raffaele Nasuti, Sindaco di Bomba; Angelo Piccoli, Sindaco di Montenerodomo; Gianpaolo Rosato, Sindaco di Taranta Peligna; Andrea Schina, Sindaco di Colledimacine; Andrea Di Fabrizio, Sindaco di Lama dei Peligni; Carolina De Vitis, Sindaco di Lettopalena; Danilo D’Orazio, Sindaco di Civitella M. Raimondo; Claudio D’Emilio, Sindaco di Palena; Arturo Scopino, Sindaco di Montelapiano; Sabatino Ramondelli, Sindaco di Roio del Sangro; Patrizia D’Ottavio, Sindaco di Monteferrante; Christian Simonetti, Sindaco di Colledimezzo; Raffaele Verratti, Sindaco di Sant’Eusanio del Sangro; Nicola Di Fabrizio, Sindaco di Montebello sul Sangro; Consuelo Di Martino, Sindaco di Palombaro; Mario Troilo, Sindaco di Archi; Ernesto Graziani, Sindaco di Paglieta; Ottaviano Alfonso, Sindaco di Scerni; Agostino Chieffo, Sindaco di Gissi; Lella Angela Cristina, Sindaco di Torrebruna; Luciano Piluso, Sindaco di Schiavi d’Abruzzo; Lino Giangiacomo, Sindaco di Fresagrandinaria; Marchione Angelo, Sindaco di Furci; Tiziana Magnacca, Sindaco di San Salvo; Mimmo Budano, Sindaco di Villalfonsina; Graziana di Florio, Sindaco di Cupello; Nicola Mario Di Carlo, Sindaco di Pollutri; Fiore Claudia, Sindaco di Roccaspinalveti; Felice Magnacca, Sindaco di Castiglione Messer Marino; Gabriele D’Angelo, Sindaco di Castel Frentano; Walter DI LAUDO, Sindaco di Celenza Sul Trigno; Nicola Filippone, Sindaco di San Buono; Donato Sabatino, Sindaco di Castelguidone; Filippo Stampone, Sindaco di Fraine; Nicola Rossi, Sindaco di San Giovanni Lipioni; Gianfranco D’Isabella, Sindaco di Carunchio; Palmerino Fagnilli, Sindaco di Pizzoferrato; Simone Dal Pozzo, Sindaco di Guardiagrele; Giovanni Enzo Di Rito, Sindaco di Rocca San Giovanni.

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