“Europa Verde Frentania può contestare tutto quello che le pare ma deve al tempo stesso mettersi l’anima in pace perché il progetto di via Rosato si farà, ripeto, si farà e darà un volto nuovo alla città. Non saranno certamente le zacchere del consigliere Aruffo a far ripensare il progetto. Non so dove il consigliere di opposizione viva, in quanto i numeri a cui fa riferimento non rispondono alla realtà. I dati di oggi smentiscono chiaramente quanto da lei affermato e, se in passato i residenti sono diminuiti, è dovuto solo alla miopia politica del centrosinistra che ha governato la città, che per inerzia negli insediamenti ha favorito l’espatrio dei nostri cittadini verso comuni limitrofi più lungimiranti nello sviluppo urbanistico”. A sottolinearlo Graziella Di Campli, assessore al Comune Lanciano e vice coordinatrice provinciale della Lega.
“La nostra Amministrazione - spiega - guarda al futuro e conosce vocaboli molto più moderni, come apertura verso le iniziative dei privati che vogliono investire sul nostro territorio, alleggerimento del traffico, creazione di spazi verdi attrezzati, vivibilità e riqualificazione di aree oggi deturpanti il decoro cittadino.
Di quale verde parla? Evidentemente ha una cognizione del verde che non corrisponde alla mia. Verde urbano è per me l’insieme di spazi e alberature godibili da tutti e non sterpaglie, canneti e ogni sorta di arbusti selvaggi, dove albergano topi, serpenti e ogni altra specie infestante che certamente non può costituire un biglietto da visita per una città degna di essere definita tale. Il consigliere tenti di incrementare il suo vocabolario linguistico, visto che in ogni sua esternazione parla solo di cementificazione, vocabolo fastidioso e abusato che dice ben poco e fa pensare unicamente ad una colata di cemento buttata lì in ordine sparso. Io penso invece - prosegue Di Campli - che la riqualificazione urbana di un’area oggi abbandonata a se stessa diventerà polo di attrazione per bellezza, fruibilità nel godimento di spazi pubblici, decongestionamento dal punto di vista della viabilità e consentirà una ricucitura di parti della città oggi assolutamente non collegate e non collegabili come via Barrella e via Giangiulio e una diversa funzionalità di via Martiri 6 Ottobre.
Il progetto di via Rosato sarà una delle tante azioni che questa amministrazione mette in campo per cambiare il volto della città e per renderla degna di questo nome per troppo tempo dimenticato dal centro sinistra che ha solo favorito l’esodo di nostri cittadini verso l’esterno, facendo crescere a dismisura centri più piccoli a noi confinanti. Dimentica poi il consigliere, ma forse non lo sa, e la cosa è ancora più grave, che tutto si sta facendo nel solo interesse pubblico e nel pieno rispetto di quanto previsto da quel PIANO REGOLATORE (artt. 56 e 57) che è stato approvato dal suo centrosinistra. E non venga a dire come fa di solito che ‘Lei non era presente’, perché vista la sua solerzia nel dire sempre NO a qualsiasi iniziativa sul territorio, avrebbe potuto dirlo anche in quell’occasione pur se in una veste diversa.
Via Rosato - ribadisce - si farà. Sarà una realtà bellissima che onorerà questa città e ne siamo fieri.
E’ necessario inoltre che il Consigliere, allorquando parla del Regolamento UE del 24/06/2024, n. 1991 pubblicato il 29/07/2024 riguardante le misure per il ripristino della biodiversità, sappia che per essere applicabile è necessario che ogni stato membro elabori e presenti alla Commissione europea entro il primo settembre 2026 un Piano Nazionale di Ripristino con le misure ritenute necessarie per il conseguimento degli obiettivi ai quali anche gli enti locali dovranno far riferimento e adeguarsi. Ad oggi, pertanto, non disponendo l’Italia di un Piano Nazionale per il ripristino della natura, il regolamento a cui con tanta saggezza si fa riferimento non è applicabile e rebus sic stantibus l’ENTE non può condizionare la progettazione in un’area nella quale il privato è assolutamente legittimato ad operare. Può invece – conclude Di Campli - sempre nel rispetto delle citate norme del piano, salvaguardare e tutelare l’interesse pubblico cosa che fa, come sempre”.