“Prendere parte al presidio pacifico organizzato da associazioni, sindacati e supportato dall’Amministrazione di Chieti per tutelare il SS. Annunziata da una chiusura che metterebbe a rischio anche l’Università è doveroso. Non solo presenza, ma la richiesta di assicurazioni, stato dell’arte e copertura economica sull’operazione che approderà il 6 marzo sul tavolo della Commissione vigilanza del Consiglio regionale da me chiesta appena appreso del rischio. Sulla struttura ospedaliera la destra al governo della Regione e la Asl 2 a servizio di strategie riduttive della sanità territoriale teatina, hanno scelto la via della smobilitazione, anziché il rilancio di un ospedale che meritava e merita di entrare nella definizione del DEA di secondo livello. Siamo comunque intenzionati a vegliare sul progetto voluto a tutti i costi dal manager uscente, che lascia agli atti e alla comunità provinciale una Asl con i conti in rosso e nessuna opera a favore dell’utenza”, così il segretario regionale del PD Daniele Marinelli e il capogruppo in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
“Ritrovarsi, a due giorni dall’addio del direttore generale, a dover sostenere un brutto e mai visto braccio di ferro istituzionale a cui Schael ha costretto Comune e Università, la dice lunga sui modi in cui è stata gestita la sanità di Chieti e del territorio provinciale – ribadiscono i due esponenti PD - . Conti in rosso, tanto da mettere a repentaglio presente e futuro di prestazioni e servizi che sono in pesante calo sul territorio come abbiamo più volte denunciato. Fuga dei pazienti, con costi insostenibili per la comunità, che ha già perso la gratuità di diversi farmaci e che deve portarseli da casa, anche se Marsilio nega evidenze a cui l’utenza va incontro ogni giorno. Non è una bella eredità quella che lascia Thomas Schael, non è bello nemmeno l’immagine di un direttore ormai uscente che fa di tutto e di più contro le istituzioni con cui dovrebbe colloquiare per fare passare non abbiamo capito quale strategia, visto che fra due giorni lui sarà ormai a Torino. L’attenzione va tenuta alta, perché l’ospedale venga tutelato e perché non si corra il rischio che l’Università venga penalizzata come sede e come convenzioni a causa delle incapacità di chi dovrebbe assicurare al territorio una sanità efficiente e inclusiva. A Schael vada il nostro più corale addio dalla gestione della martoriata sanità abruzzese”.