Il premio alla Carriera alla giornalista Maria Rosaria La Morgia
L’AQUILA - Maria Rosaria La Morgia, giornalista RAI da quest’anno in pensione, resta e continua in forma diversa la sua incessante attività culturale. Un volto, uno stile, un esprit de finesse, per dirla in termini pascaliani. Perché anche in una professione come il giornalismo si può rilevare una dialettica tra esprit de géométrie, che si occupa di aspetti esteriori e oggettivi, in cui prevale la ragione, ed esprit de finesse che fa emergere il senso umanitario, il sentimento, il cuore. Ecco, Maria Rosaria La Morgia è stata una giornalista ed è una donna col cuore in mano.
Una intelligenza da saggia d’altri tempi. Lo ha dimostrato nelle sue innumerevoli interviste a personalità di grande rilievo culturale o ai lavoratori e lavoratrici delle fabbriche occupate. Tra le tante, resta l’intervista al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, traboccante di emozioni nel ricordo del suo passato a Scanno e del suo legame con la gente abruzzese. Ciampi è tornato spesso in Abruzzo anche da Presidente della Repubblica, dando anima e incoraggiamento alla manifestazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”. Manifestazione promossa dalle associazioni degli ex prigionieri alleati e organizzata dall’associazione culturale con sede a Sulmona “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”, di cui Maria Rosaria La Morgia è presidente.
Il libro, “Terra di Libertà, storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale”, porta la firma di Maria Rosaria La Morgia, insieme a quella del sottoscritto, per il contributo di interviste a personaggi come Natalia Ginzburg, Carlo Troilo, e raccoglie in forma antologica le testimonianze autobiografiche di numerosi ex prigionieri. Un libro, accolto con favore dagli amanti della storia abruzzese e che ha avuto giudizi lusinghieri da parte di vari intellettuali, riscoprendo ed evidenziando un fenomeno tipico dell’Abruzzo: la Resistenza Umanitaria.
Maria Rosaria dispone di un patrimonio culturale di alto livello che andrebbe valorizzato e approfondito nei luoghi designati alla formazione del personale per la comunicazione giornalistica e televisiva. Un patrimonio che lei stessa potrebbe raccogliere e pubblicare come una storia ed un servizio per le generazioni future. Se c’è un aspetto che evidenzia lo stile lamorgiano è la laicità, in quanto partecipazione e adesione all’identità popolare. Maria Rosaria non si è mai prestata ad essere “in ginocchio” con i suoi intervistati. Ha posto domande da “profana”, nel senso etimologico di stare “al di fuori”, senza indulgere all’adulazione servile. Ed è questo il modello che meglio l’ha caratterizzata e continuerà a caratterizzarla. Scrivere di Maria Rosaria come giornalista è scrivere come donna. E come donna non ha mai indietreggiato nella difesa della sua dignità e della sua professionalità. Non è stata una bellafaccia o una mezzobusto da televisione, ma una donna capace di stare sempre in alto, gelosa della sua personalità. Nella postfazione al mio libro “HOMO, Elogio di Eva”, ha saputo trascendere le problematiche filosofico-teologiche per ricondurre il discorso alla razionalità umana. La pura e semplice laicità.
Mario Setta - a nome dell’associazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”