“L'assenza di specifici permessi per lavoratrici e lavoratori i cui figli non possono frequentare le rispettive scuole, sta imponendo, in troppi casi, l'obbligo della scelta tra la cura di bambine e bambini ed il lavoro. Una scelta a cui, nella maggior parte dei casi, sono costrette le lavoratrici madri, su cui, ancora una volta, vanno a scaricarsi i costi sociali di una pandemia che nelle donne ha visto le vittime principali in termini di occupazione”. E’ quanto scrivono, in una lettera inviata al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’assessore al Lavoro e alle politiche sociali, Piero Quaresimale, e a tutti i parlamentari abruzzesi, Cgil, Cisl e Uil regionali, con i relativi patronati, chiedendo “un impegno immediato affinché, già nelle prossime ore, vi siano iniziative di carattere governativo e parlamentare per superare tale problematica”.
Nella lettera, i sindacati e i patronati parlano di un tema che “assume di carattere di particolare urgenza”, perché “la decisione di sospendere le attività didattiche in presenza sta generando in migliaia di famiglie enormi problemi nella conciliazione tra la cura dei figli ed i tempi di lavoro”. “Tale urgenza - aggiungono - si giustifica anche con la scarsa efficacia di eventuali provvedimenti che dovessero prevedere retroattività: in particolare per precarie e precari e per chi opera nel settore privato, è necessario che si trovino fin da subito soluzioni concrete. Per queste donne e uomini e per la loro condizione di lavoro, è inimmaginabile che si fruisca oggi di benefici che, forse, in futuro troveranno definizione e codifica”.
“Nella regione Abruzzo i pesanti effetti della pandemia, si sono sommati ad una situazione di forte crisi che, da anni, pesa sul tessuto economico e sociale. È quindi necessario che si facciano tutti gli sforzi affinché tale già grave situazione, non si comprometta definitivamente: quello dei permessi non è certo l'unica problematica che sta affliggendo cittadine e cittadini abruzzesi, ma è probabilmente quella che, prima di altre, necessita di una risposta immediata e definitiva”, conclude la lettera.