"Le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni datoriali della Regione - impegnate in questi anni alla realizzazione della ZONA ECONOMICA SPECIALE per l’Abruzzo (ZES) ed alla realizzazione del Corridoio trasversale Tirreno- Adriatico, dove la centralità del Porto di Ortona è strategica per il futuro sviluppo economico ed industriale del Centro Italia – esprimono la netta contrarietà alla realizzazione del Deposito GPL di 25mila metri cubi di potenziale."È quanto sottolineano con fermezza in una nota AGCI,Casartigiani,Cia, Claai,Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti,Confindustria, Legacoop,Cigil,Cisl e Uil e Ugl. "Mai come adesso è fondamentale chiudere grandi opere infrastrutturali sulle quali si discute da troppi anni, a cominciare dalla rete ferroviaria Alta Velocità ed Alta Capacità Roma-Pescara, già inserito sul piano nazionale delle grandi infrastrutture. "Un intervento (quello del Deposito di GPL) così invasivo vanificherebbe tutti gli sforzi fatti in questi anni per rendere fruibili i Porti di Ortona e Vasto ad uno sviluppo del Centro Italia verso l’area Balcanica, verso il Basso Mediterraneo ed unitamente all’Interporto di Manoppello e l’Autoparco di Avezzano con l’Aeroporto di Pescara per la definizione di una grande piattaforma logistica a copertura dei Paesi UE e del Mediterraneo. Gli studi specialistici effettuati sull’impianto di GPL da realizzare sul Porto di Ortona dimostrano, senza ombra di dubbio, quante criticità verrebbero a manifestarsi, a cominciare dai rischi connessi al prodotto stoccato ed in particolare al trasporto dello stesso prodotto. Per tali operazioni – proprio per la conformazione dello stesso Porto – l’infrastruttura si troverebbe a subire il blocco di qualsiasi operazione portuale per i tempi di scarico, stoccaggio e trasporto. Inoltre, la zona di attracco della gasiera è prevista sul molo foraneo nord delimitante l’avamporto. Detto molo risulta infrastruttura finalizzata a garantire le operazioni in sicurezza di ingresso e uscita dal porto. Esso, infatti, è costituito da sola scogliera (tetrapodi) e non è percorribile con automezzi in caso di emergenza.- continua la nota - Il Piano Regolatore Portuale (PRP) adottato nel giugno 2015 ben consapevole dell’impossibilità di dedicare un’apposita banchina al carico e scarico di merci pericolose aveva manifestato nel testo del Piano la chiara volontà di non consentire operazioni di deposito e stoccaggio di idrocarburi e prodotti chimici. Tutte le Organizzazioni- si legge nella nota - si aspettano che questo capitolo si chiuda definitivamente perché la Regione Abruzzo, l’Autorità Portuale ed il Ministero dello Sviluppo Economico si concentrino sulla nomina del Comitato di Indirizzo e del Commissario della ZES che da troppo tempo resta ancora non operativa".