In mancanza della Relazione del Ministero della Salute, in ritardo di 2 anni, da inizio 2022 l’Associazione Luca Coscioni insieme a decine di volontari e volontarie e con l’aiuto delle Cellule locali ha promosso un accesso agli atti generalizzato per richiedere a 4.362 Comuni italiani (il 55% del totale) quante DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) sono state ricevute dai Comuni dall’entrata in vigore della legge a oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale.
L’iniziativa è tuttora in corso e punta ad allargare l’indagine sulla totalità dei comuni italiani. Già disponibili invece i dati di quasi tutti i capoluoghi a eccezione di Chieti, Frosinone, Latina, Isernia, Caserta, Salerno, Barletta, Enna e Brindisi, che non hanno ancora risposto o hanno risposto in maniera parziale. A tutti i Comuni responsabili della mancata risposta nel termine dei 30 giorni stabiliti dalla legge, è stata inviata nei giorni scorsi una diffida. Fatto salvo il caso di Chieti, dove la diffida è già scaduta, gli altri hanno ancora tempo 7 giorni circa per rispondere.
Negli oltre 3mila Comuni che hanno risposto, risultano essere state depositate 151.297 DAT (l’indagine non tiene conto di quelle depositate dai notai e presso le strutture sanitarie). Sulla base dei dati raccolti dall’Associazione Luca Coscioni, SWG ha selezionato 2.550 Comuni tra quelli che hanno risposto, effettuando una proiezione statistica che vedrebbe la presenza di 223.290 DAT nei Comuni italiani. Permangono ancora ritardi nell’inserimento da parte dei Comuni delle DAT nella Banca dati nazionale: solo l’88% delle DAT depositate nei Comuni è effettivamente entrata all’interno della Banca dati. Più di una DAT ogni 10 non è ancora quindi stata registrata con gravi ritardi soprattutto in Liguria (59,5% di inserimenti), Sicilia (67,5%), Calabria (68,5%), Puglia (70,5%) e Sardegna (71,5%).
La Banca dati nazionale, prevista dalla legge di bilancio 2018, è istituita presso il Ministero della Salute e ha la funzione di raccogliere le DAT, garantirne il tempestivo aggiornamento e assicurarne la piena accessibilità. “A livello istituzionale non è mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema e anche in questo caso, come già accade in tema di suicidio assistito, tocca a una piccola associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Particolarmente gravi i dati che abbiamo ottenuto circa il mancato inserimento delle DAT nella Banca dati nazionale. A più di una persona su 10 tra quelle che hanno depositato le DAT, senza questo inserimento non è garantito il rapido rispetto delle proprie volontà, con picchi negativi del 40% di mancati inserimenti in alcune Regioni. Un malfunzionamento dovuto alla mancata formazione del personale da parte dei Ministeri competenti”.
Per questo l’Associazione Luca Coscioni ha dato vita al Numero Bianco sul Fine Vita (06 9931 3409), con cui quotidianamente e grazie all’aiuto di volontari adeguatamente formati risponde alle chiamate della cittadinanza che ricerca informazioni su DAT, cure palliative e suicidio medicalmente assistito in Italia. --