La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco, Enrico Di Giuseppantonio, degli assessori e consiglieri comunali, mentre per L’Aquila l’assessore alla Ricostruzione, Roberto Tinari, in sostituzione del primo cittadino Pierluigi Biondi, che non ha potuto partecipare per sopraggiunti impegni. Presenti anche il sindaco di Rocca San Giovanni, Fabio Caravaggio, che nel suo intervento ho portato il saluto della sua comunità, i comandanti della stazione dei Carabinieri Michele Cefaratti e della Polizia Locale, Sebastiano Arboretti Giancristofaro, i volontari della Protezione Civile e dei carabinieri di Fossacesia, degli alpini di Lanciano. Tra loro anche Gabriele Franchi, un ragazzo nato il 16 maggio del 2009, all’ospedale di Lanciano, la cui famiglia è stata sfollata a Fossacesia dopo che la loro casa, a Coppito, è stata seriamente danneggiata dal sisma. Con Fossacesia, si è creato un forte legame, e Gabriele, accompagnato dai suoi nonni, non ha voluto mancare alla manifestazione, in segno di gratitudine per l’ affetto, la vicinanza ricevuta dai fossacesiani. Una solidarietà che spiega le ragioni per le quali l’Amministrazione Comunale ha voluto dedicare uno spazio del proprio tessuto urbano a L’Aquila.
«La scossa di terremoto del 6 aprile 2009 appartiene alla memoria collettiva. Questa piazza rappresenta la memoria per le 309 vittime, per L’Aquila e per i centri del cratere, perché ogni momento, ogni giorno, il pensiero corra verso di loro – ha affermato il sindaco Di Giuseppantonio -. Ho conosciuto Gabriele qiando aveva 6 anni alla Marina di Fossacesia, mentre da solo era intento a ripulire la spiaggia e il mare da bottiglie di plastica. L’ho avvicinato ed ho scoperto che era nato qui, figlio di genitori aquilani ospiti della nostra città. Oggi lo abbiamo invitato perché rappresenta la speranza, la rinascita, il futuro de L’Aquila. Dal primo istante della tragedia, Fossacesia si è mobilitata con la sua Protezione Civile, con tanti gesti spontanei e generosi della sua popolazione per aiutare e sostenere in quei difficili momenti quanti, in pochi secondi, avevano perso tutto. È anche una piazza che vuole omaggiare una città che ha dimostrato coraggio, forza di rialzarsi, di rimboccarsi le maniche e di tornare a vivere. Un esempio al quale ispirarsi».
Nel suo intervento l’assessore Tinari ha sottolineato «che se L'Aquila è la Capitale italiana della Cultura 2026 molto lo si deve proprio a chi in questi anni le è stata vicina. Le famiglie che hanno abbandonato la città dopo il sisma hanno ritrovato la speranza e la forza di ricominciare grazie alla solidarietà, alla fratellanza ricevuti in tanti comuni abruzzesi dove sono stati sfollati. Non riusciamo ad esprimere tutta la nostra riconoscenza per quel che avete fatto per noi, ma sappiate che L’Aquila vi aspetta a braccia aperte per farvi vedere come è oggi anche per merito vostro».