“Come sindaco e come Amministrazione voglio dimostrare vicinanza ai lavoratori e alla direzione del Ciapi. – così il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, stamane nella conferenza stampa indetta per parlare della vicenda dello smantellamento del Ciapi, avvenuto un anno fa ad opera della Regione - Abbiamo dato subito la nostra disponibilità a mobilitarci per avere chiarezza sullo smantellamento ingiusto di un Ente che ha creato lavoro, economie e ricchezza e per portare la nostra solidarietà ai dipendenti, lavoratori “eroi”, che in tutti questi anni hanno lavorato, nonostante le difficoltà economiche causate dalla mancata corresponsione degli stipendi e che, al pari di altre maestranze di enti formativi abruzzesi, hanno diritto a vedersi corrispondere dalla Regione tutte le spettanze. Sarà mia cura istituire una piccola task force dedicata al Ciapi, che tenga sempre sotto controllo i fatti nuovi che si dovessero presentare, ma che soprattutto sostenga le iniziative di questo storico ente di formazione, costretto a rivendicare davanti al giudice ciò che è un diritto scritto in tutti i documenti ufficiali che regolamentano nascita, attività e anche lo scioglimento dell’organismo, che i dipendenti contestano. Ci sarà di certo anche un ordine del giorno per il Consiglio Comunale, perché il sostegno divenga aperto a tutte le forze politiche, com’è giusto che sia, perché il Ciapi è patrimonio di Chieti e dell’Abruzzo, smantellato nonostante il debito verso i lavoratori e l’importanza strategica della formazione fatta qui, che sarebbe davvero strategica per la ripresa e avrebbe ricadute positive sul territorio”. “Non è nostra intenzione andare col cappello in mano alla Regione Abruzzo – chiarisce il direttore Paolo Cacciagrano - noi chiediamo solo il rispetto delle leggi e dei regolamenti che sono stati stravolti. Chiediamo la revoca della delibera 420/C del 15 luglio 2019 con cui la Giunta regionale ha deciso lo scioglimento del Ciapi, perché parte da presupposti errati ed è stata assunta sulla base di affermazioni non veritiere. Non è vero che è stato rispettato l’articolo 24 dello Statuto costitutivo del Ciapi che, sulla base di situazioni accertate e irreparabili, prevede lo scioglimento: perché nella realtà oggettiva e documentale nessun tentativo è stato fatto, nonostante il Ciapi abbia presentato ben 5 piani di risanamento e rilancio dell’Ente, gli ultimi due presentati ripetutamente alle Commissioni Bilancio, Vigilanza e anche alla Conferenza dei capigruppo della Regione. Non è esatto dire che la sospensione dell’accreditamento sia scaturita da problemi del Ciapi, quali la mancata approvazione dei bilanci e l’irregolarità contributiva (Durc); la verità, invece, è che qui ci troviamo di fronte a inadempimenti statutari da parte della Regione. Il socio Regione (che per statuto approva i bilanci ed è detentore del 97 per cento delle quote) non lo ha fatto, disinteressandosene, fino alla delibera con cui decide di dismettere l’accreditamento, ingiustamente. Dal canto nostro andremo avanti con la notifica dell’atto di precetto nei confronti della Regione e se continuerà a restare inadempiente, non ottemperando all’ordine del giudice di pagare le somme, saremo costretti a rivolgerci al giudice amministrativo, per chiedere nell’ambito di un giudizio di ottemperanza la nomina di un commissario ad acta che adotti gli atti che avrebbe dovuto adottare la Regione”.