Oltre 4.500 banconote false, monete da 2 euro contraffatte, stampanti, cliché, sostanze stupefacenti, un documento di identità falso e persino una cartuccia calibro 12. È il bilancio di una maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Forlì, che ha portato alla scoperta e al sequestro di due veri e propri laboratori clandestini per la produzione e lo stoccaggio di denaro falso, uno dei quali individuato anche in provincia di Chieti.
Il blitz è stato messo in atto dai Reparti Speciali della Guardia di Finanza – il Nucleo Speciale Polizia Valutaria - Gruppo Antifalsificazione Monetaria e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche – e ha coinvolto anche i militari territoriali locali. Le perquisizioni sono state eseguite nelle province di Chieti e Asti, e hanno portato all’arresto in flagranza di uno degli indagati.
Gli inquirenti parlano di un sodalizio ben organizzato, che operava sia in Italia che all’estero attraverso l’uso di piattaforme di messaggistica e social network per la commercializzazione del denaro falso e, in alcuni casi, anche di sostanze stupefacenti. Le indagini, ancora in corso, hanno già accertato l’utilizzo di queste reti per immettere sul mercato italiano ed europeo migliaia di banconote contraffatte, in particolare tagli da 20, 50 e 100 euro.
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati anche sei computer, tre smartphone, stampanti professionali, strumenti per il taglio e la pesatura delle droghe, e numerose SIM telefoniche. Il valore facciale complessivo del denaro falso sequestrato ammonta a circa 170.000 euro.
Fondamentale, sottolineano le Fiamme Gialle, è stata la sinergia tra le varie componenti specialistiche del corpo, che ha permesso di localizzare i centri operativi dei criminali e di risalire all’identità dei responsabili.
L’operazione rappresenta un importante risultato nel contrasto ai reati contro la fede pubblica, evidenziando l’efficacia dell’azione investigativa nella lotta alla criminalità economica e finanziaria. “Tutelare la fiducia del cittadino nei confronti della moneta e garantire la sicurezza delle transazioni – sottolineano dalla Guardia di Finanza – è una priorità assoluta”.