“Il nosocomio di Popoli resterà un ‘Ospedale Pulito’, ovvero non sarà destinato ai pazienti affetti da coronavirus, ma andrà a supportare il ‘San Massimo’ di Penne e il ‘Santo Spirito’ di Pescara accogliendo e trattando tutti i pazienti affetti da altre patologie, dalla chirurgia alla medicina generale, finanche ai soggetti che hanno bisogno della rianimazione e della terapia intensiva ma per altre malattie, come ischemie o ricoveri post-operatori. A tal fine già da oggi si sta lavorando per riportare a 8 posti letto il Reparto di Rianimazione, tagliato a sole 4 postazioni dopo il Decreto Lorenzin, e per istituire altri 16 posti letto attrezzati con apparecchiature medicali di assistenza accanto alle sale operatorie. Un’operazione che conferma la rilevanza del nosocomio popolese come struttura ospedaliera, ma soprattutto quanto sia strategico per un territorio come l’Abruzzo poter disporre di più presidi delocalizzati e alternativi cui poter assegnare ruoli ben precisi, diversi e distinti nelle emergenze”. Lo ha dichiarato il consigliere comunale Mario Lattanzio ufficializzando quanto deciso oggi per l’Ospedale di Popoli, dove anche stamattina si sono svolti i sopralluoghi tecnici al fine di rafforzare in brevissimo tempo la nuova operatività supplementare di tutta la struttura. “Non avendo finora registrato, neanche negli accessi al Pronto Soccorso, fortunatamente, ‘casi’ di Covid-19 si è deciso in modo definitivo che l’Ospedale di Popoli resterà ‘Ospedale Pulito’ – ha spiegato nel dettaglio il consigliere Lattanzio -, ovvero durante l’emergenza coronavirus verrà utilizzato per dirottarvi e accogliervi tutti i malati affetti da patologie diverse dal virus. Di fatto già oggi siamo di pieno supporto come Pronto soccorso al nosocomio di Penne, che ha chiuso, appunto, il pronto soccorso, ma da questo momento anche Pescara si avvarrà del nostro pieno e valido aiuto per i propri pazienti, anche per la chirurgia d’emergenza. Da qui sono scaturiti provvedimenti tecnici di massima urgenza, ovvero: prima dell’entrata in vigore dello sciagurato Decreto Lorenzin, Popoli aveva 8 posti letto di rianimazione, che, con il Decreto, sono stati tagliati a 4. I locali, però, sono rimasti disponibili, e allora già una settimana fa, grazie al Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri che ha raccolto la mia sollecitazione, dopo l’ultimo sopralluogo odierno, si deciso di riattivare i 4 posti letto tagliati, riportando a 8 postazioni la rianimazione. Ma, appunto, ricordiamo che il reparto, a Popoli, non accoglierà pazienti Covid-19 positivi, ma solo persone che necessitano della rianimazione per altre sofferenze, dall’emorragia cerebrale all’ischemia all’assistenza di terapia intensiva dopo un intervento chirurgico più complesso. L’obiettivo è garantire la massima assistenza a tali utenti, eliminando qualunque minima possibilità di contagio e soprattutto assicurare la presenza di medici dedicati, consentendo al personale sanitario di Pescara e di Penne di concentrare tutti i propri sforzi, risorse ed energie, strumentali e conoscitivi alla lotta contro il coronavirus. Non solo – ha proseguito il consigliere Lattanzio -: nell’Ospedale di Popoli sono infatti partiti i lavori anche per istituire altri 16 posti letto attrezzati con apparecchiature medicali, ovvero dotati di ossigeno, monitoraggi, che, ugualmente, saranno destinati ad accogliere pazienti che necessitano di un’assistenza ventiquattro ore su ventiquattro, magari per un post-operatorio, che però nulla ha a che fare con il coronavirus. Il reparto è stato localizzato nel Piano ex chirurgia-degenze a pagamento, accanto alle sale operatorie, e in queste ore si stanno già sistemando anche letti, armadietti e comodini. La tempestività degli interventi, la velocità d’azione registrata anche dal personale medico, infermieristico e dagli Operatori socio-sanitari, già pronti al lavoro per garantire la massima assistenza, dimostra la grande preparazione professionale dei nostri sanitari, ma soprattutto il ruolo strategico dell’Ospedale di Popoli rispetto al territorio, a dispetto di chi avrebbe voluto chiudere la nostra struttura, privando Pescara e Penne di un supporto oggi rivelatosi fondamentale per garantire a tutti il diritto alla salute”.