L’indagato avrebbe causato il rogo di circa due ettari di terreni incolti e mezzo ettaro di bosco misto di latifoglie, a prevalenza di Roverella, quasi a confine del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Lo stesso, individuato attraverso le immagini di alcune telecamere e l’utilizzo dei rilievi tecnici effettuati dai Militari sul posto, eseguiti anche col Metodo delle Evidenze Fisiche - Mef, avrebbe appiccato il fuoco su alcuni residui vegetali accumulati su un terreno adiacente alla tartufaia di sua proprietà, posti a poca distanza dal bosco ed in prossimità di alcune abitazioni. Le fiamme, propagatesi grazie alla presenza di un forte vento e di sterpaglie secche sul terreno, sono state poi spente dai Vigili del Fuoco prontamente intervenuti. “L’indagato”, ha affermato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “ora rischia da uno a cinque anni di reclusione, con l’aggravante di aver messo in pericolo due insediamenti produttivi: la propria tartufaia ed una stazione apiaria privata, oltre ad una civile abitazione”.