È scomparso la notte scorsa a Roma, dove era ricoverato da alcuni mesi, il maestro gioielliere Pietro Ferrante. Era sparito, avevo deciso di scomparire dalla scena in punta di piedi, con la speranza di poter superare anche questa dura prova della vita, per poi tornare nella sua piccola città di origine, Castel Frentano, e magari far finta di nulla, incontrare i suoi amici di sempre, ma anche tornare magari a sfilare sul red carpet, partecipare a grandi eventi dello showbiz, di cui da sempre faceva parte.
Era così Pietro Ferrante, non aveva mai voluto lasciare Castel Frentano, pur essendo un protagonista indiscusso del mondo della moda. Amava il suo Abruzzo e la sua terra visceralmente e voleva continuare il suo impegno e la sua lotta di sempre per vedere riconosciuto l’artigianato, quel made in Italy che ha sempre difeso e di cui era un artefice. Purtroppo non è stato cosi, il maestro, come veniva chiamato da tutti, non ce l’ha fatta e dopo una vita nel clamore e davanti ai riflettori, ha scelto di andare via in silenzio e senza salutare, con profonda dignità.
Era un uomo forte, solare, lungimirante. Il suo brand, la sua arte, sono amati da persone di ogni età. Nei suo cappelli estrosi, che indossava con orgoglio e “goduria” anche per far parlare di sé, c’era tutta la voglia di mandare al diavolo il sistema che gli stava stretto, ma anche dire no ai compromessi, alle cattiverie, ai giudizi delle persone maligne, pettegole, che lui non accettava. Nelle sue creazioni, grazie al suo estro, c’era tutto il suo andare oltre.
Con la sua libertà interiore, disegnava monili, anelli, bracciali, collane, ciondoli, in cui potevano riconoscersi tutti, ed in ogni “pezzo" trovare il proprio mood, la propria interiorità. Il Maestro non creava solo ornamenti, ma simboli di appartenenza e diceva sempre che i suoi gioielli li doveva indossare chi era meno fortunato perché sarebbero stati non un portafortuna, ma una forza. Aveva uno stile unico è per questo è stato imitato da molti, ma lui era il Maestro, unico ed indiscusso. Amava e rispettava le donne, sua fonte di ispirazione, ma le donne che amava di più erano le sue figlie, i suoi veri gioielli, la sua vita.
Una vita intera nel mondo della creazione dei gioielli, un settore che negli anni è cambiato molto e nel quale ha lottato con estrema tenacia e forza, riuscendo ad emergere, a distinguersi. Nascere maestro gioielliere, lavorare e forgiare oro ed argento per anni, collier, anelli di diamanti e pietre preziose e poi la scelta e sorattutto il coraggio di reinventarsi, di cambiare di osare e dare vita ad un brand che è ora conosciuto ed amato nel mondo. Le sue creazioni vengono indossate da cantanti, calciatori, modelle, giornalisti, attrici e persino dai politici, e poi dai giovani, il suo punto debole. È a loro che amava rivolgersi, e loro lo hanno premiato in questi anni, amato, scelto, perché era uno che “stava avanti”. Il suo messaggio per i giovani era: "Non abbiate paura di osare, rispettate i valori, ma allo stesso tempo siate ribelli, e soprattutto siate voi stessi e smettetela di temere i giudizi, le critiche. Volate in alto!".
Dedicato al mio amico Maestro Pietro Ferrante M.L.