E’ durata solo un mese la latitanza di Marinella Tanoni , la 52enne pescarese complice nella rapina commessa ai danni della gioielleria di P.za Plebiscito di Lanciano lo scorso 11 Dicembre e che ebbe a fruttare un bottino di oltre 100.000 euro in gioielli di vario genere. Le tempestive indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Lanciano, agli ordini del Capitano Vincenzo ORLANDO, avevano sin da subito raccolto importanti elementi indiziari a carico dei malviventi, sia grazie alle immagini estrapolate da alcune telecamere di attività commerciali collocate nei pressi della gioielleria, sia dallo studio delle celle telefoniche attivate in concomitanza dell’orario della rapina, e che avevano portato all’arresto, lo scorso 10 gennaio, di Lazzari Elix in esecuzione di specifica ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Lanciano Massimo Canosa. Marinella Tanoni, destinataria del medesimo provvedimento restrittivo in virtù dei gravi indizi, precisi e concordanti, raccolti dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia frentana nel corso delle indagini, era riuscita a sfuggire alla cattura e si era allontanata dalla propria dimora di Collecorvino facendo perdere le proprie tracce. Sono state necessarie ulteriori ed ininterrotte investigazioni, anche mediante accertamenti tecnici, da parte dei militari dell’Arma, per monitorare gli spostamenti della donna che, inizialmente, era stata localizzata in Roma, in un quartiere molto popoloso della Capitale. Ma proprio nel giorno di San Valentino, l’amore per il suo compagno, recluso in carcere e, di lì a poco, autorizzato ad usufruire di alcuni giorni di permesso a casa, l’ha tradita. La donna, infatti, si è spostata a Giulianova, nell’abitazione del suo uomo in procinto di poterlo incontrare, ed è stato proprio lì che i Carabinieri, sabato pomeriggio, l’hanno raggiunta ed hanno posto fine alla sua latitanza notificandole l’ordine di arresto. Nella circostanza della cattura, la Tanoni è stata trovata anche in possesso di un orologio, del valore di circa 1.000 euro, che è stato riconosciuto appartenere al bottino della rapina e sottoposto a sequestro. La donna quindi, con l’accusa di concorso in rapina aggravata, è stata tradotta in carcere, nello stesso carcere dal quale il suo uomo stava invece uscendo per incontrarla.