Si è conclusa così, con un prelievo di organi andato avanti per tutta la notte, la vicenda di un paziente, nato nel capoluogo e residente in un comune limitrofo, giunto alcuni giorni fa in Pronto Soccorso in arresto cardiocircolatorio causato da una embolia polmonare massiva. L’uomo è stato sottoposto a molteplici trattamenti per la rimozione del trombo, ma pur se stabilizzato a livello cardiocircolatorio ha accusato da subito una sofferenza cerebrale importante. L’ostruzione dell’arteria polmonare, infatti, aveva impedito la funzione cardiaca, e l’assenza di afflusso di sangue al cervello ne ha comportato un danno divenuto, dopo qualche giorno, irreversibile. Tutti i medici, cardiochirurghi, anestesisti, rianimatori si sono prodigati al massimo e con tutte le forze per scongiurare un epilogo che fin da subito era stato temuto, vista la gravità del danno prodotto a livello encefalico.
Nella giornata di sabato si sono manifestati i primi segni di morte cerebrale, anche se il cuore dell’uomo ha continuato a battere, e a quel punto i sanitari hanno proposto ai famigliari la possibilità di un prelievo degli organi, al quale è stato espresso l’assenso. Una volta avviate le complesse procedure del caso e allertato il Centro regionale trapianti, è scattato il periodo di osservazione da parte della Commissione istituita ad hoc, che si è conclusa nel tardo pomeriggio di ieri, quando è stata dichiarata la morte cerebrale del paziente. In sala operatoria è stato poi eseguito il prelievo del fegato, destinato all’ospedale “San Camillo” di Roma, mentre reni e cornee sono andate all’Aquila.
“In una vicenda dolorosa come questa - sottolinea il Direttore sanitario Asl Angelo Muraglia - la generosità e la sensibilità espresse da questa famiglia stemperano il carico di dolore per la grave perdita. E lasciano un insegnamento importante a tutti noi sul valore della donazione di organi, che fa una gran fatica ad affermarsi, ma è espressione di quella cultura della solidarietà che nobilita una comunità”.