I militari operanti, infatti, hanno scoperto l’indagato all’interno del proprio giardino intento a sistemare alcune gabbie su di un albero di fichi, contenenti gli uccelli usati come richiami vivi nei pressi di una rete usata per l’uccellagione, già collocata con alcuni picchetti a terra, alla quale aveva assicurato un Cardellino legato con una cordicella ad un’ala, utilizzato come richiamo mobile. Gli esemplari vivi di Fringillidi, quattro Cardellini (Carduelis Carduelis L.) e uno di Verzellino (Serinus Serinus L.), oltre che essere stati utilizzati come richiami vivi, sono risultati privi degli anelli inamovibili che ne dimostrano la legale provenienza. Pertanto, tutti gli Uccelli sono stati confiscati e liberati in natura, come prevede la Legge sulla protezione della Fauna omeoterma del 1992 (“Legge sulla Caccia”), mentre la rete, delle dimensioni di circa 2 x 2 m, e le quattro gabbiette che contenevano i Fringillidi sono state sequestrate e conservate presso la sede del Nucleo CITES di Pescara. “L’illecita detenzione dei Fringillidi sequestrati”, ha dichiarato il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, “viene sanzionata anche perché tali uccelli sono tutelati dalla Convenzione di Berna del 1973 sulla conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa”.