Domani, giovedì 28 ottobre, uscirà ufficialmente in libreria “Cronache dalle terre di Scarciafratta”, il nuovo romanzo dello scrittore lancianese Remo Rapino, edito per la casa editrice romana minimum fax, la stessa che ha pubblicato nel 2019, dello stesso autore, l’ormai celebre “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio”, vincitore del Premio Campiello 2020.
Protagonista del libro è Mengo, solitario custode, insieme al vecchio cane Sciambricò, di un paese immaginario, Scarciafratta appunto, idealmente collocato sull’appennino abruzzese, che è stato dilaniato dal terremoto e nel quale non è rimasta anima viva: solo gli oggetti, sepolti dalle macerie e recuperati dal protagonista, trasudano ancora le storie di chi vi ha vissuto. Sarà proprio Mengo, alla fine della sua vita, mentre è ospite nella casa di riposo Villa Adriatica, “a ridare voce”, attraverso la scrittura, a quell’umanità sommersa e inabissata, e a sottrarla a una apparentemente inesorabile damnatio memoriae.
Nel romanzo Rapino prosegue con la sua sperimentazione linguistica, felicemente avviata con la trovata del linguaggio “liboriano”, cifra identificativa di Liborio Bonfiglio, personaggio che si esprime attraverso un impasto, sapientemente dosato dallo scrittore, di italiano e dialetto, un idioma “guasto e meticciato” come l’ha definito più volte l’autore.