Il primo incontro ufficiale nella sua città all’indomani della Premio, si è svolto stamane nella Casa di Conversazione, alla presenza del sindaco, Mario Pupillo, dall’assessore alla cultura Marusca Miscia, e degli altri rappresentanti dell’amministrazione comunale. Con una lingua “bastarda”, ricca di gergalismi, e di dialettismi, inusuale e travolgente, Rapino, attraverso il protagonista del suo romanzo, Liborio, lo strambo, il “Cocciamatte” del paese, ha dato voce agli ultimi, agli emarginati, ai diversi, ed ha condotto il lettore in un viaggio che ripercorre con forza e leggerezza il ‘900 italiano negli gli occhi e con le parole di Liborio. Lo sguardo di Bonfiglio è uno sguardo prezioso, lo sguardo di un matto sui generis che osserva ciò che lo circonda cogliendone gli aspetti più profondi, quelli che vanno al di là della superficie e che con le sue verità rovescia le presunte convinzioni di coloro che riescono a seguire senza sforzi le regole imposte dalla società. Remo Rapino si è aggiudicato l’ambito premio con 92 voti, frutto della scelta della giuria popolare di 300 lettori anonimi. “L’opera di Remo Rapino è un vero e proprio caso letterario” ha detto il sindaco Pupillo, caso letterario di uno scrittore che ha percorso la sua attività nella produzione letteraria da anni, ottenendo grandi riconoscimenti, un ‘esperienza che parte da lontano, forte, di eccellenza, che oggi ha trovato affermazione in un premio di grande importanza che ci riempie di orgoglio”. Alle parole del primo cittadino hanno fatto eco quelle dell’assessore alla cultura Marusca Miscia, la quale ha ricordato che Lanciano è stata premiata come "Città che legge" dal Centro per il libro e la lettura del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il biennio 2020-2021. Lanciano città che legge, vuol dire che è attenta agli ultimi, agli emarginati come Liborio. Il mio impegno sarà quello di regalare a Lanciano, attraverso la figura e il lavoro di Remo Rapino, e l’amore per questo territorio, un Festival della piccola editoria, perché come nel caso di Vita morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, esistono piccole realtà che producono casi letterari importanti”. S. L