Verrà scoperta domani, mercoledì 22 giugno 2022 alle ore 19:00, la targa de “L'Albero della libertà” che ricorda la liberazione del popolo lancianese nel 1799, dopo lo scontro durissimo con i fautori della Repubblica partenopea.
È stata stata preparata in forma e materiale diverso e posizionata sulla pavimentazione del marciapiede comunale all’intersezione di Piazza Plebiscito con Corso Roma. L’iniziativa, è stata voluta dal Dott. Murri Viscardo e patrocinata dal Comune di Lanciano.
L’opera è stata realizzata in mosaico dalla ditta f.ll Le M. Di Corinto di Lanciano.
Ma cosa accadeva a Lanciano nel 1799? Nel periodo Napoleonico 1799/1815 fu legiferata la istituzione del catasto immobiliare e dei registri di stato civile(anagrafe) e fu introdotto il codice napoleonico. Il 20 marzo 1808 Lanciano ebbe il Tribunale di prima istanza e il tribunale di commercio e Chieti quello di appello, chiamato Gran Corte degli Abruzzi. Avvento al Trono di Napoli di Gioacchino Murat – Istituzione a Lanciano della Corte d’Appello. Con Decreto di Gioacchino Murat del 26 settembre dello stesso anno, il tribunale di prima istanza da Lanciano fu trasferito a Chieti, mentre da Chieti venne trasferito a Lanciano il Tribunale d'Appello, la cui giurisdizione si estendeva su tutto l'Abruzzo. La Corte d'Appello trovò posto nel seminario, la cui piazzetta antistante porta ancora il nome di largo dell'Appello. La città improntò una spesa di circa 3000 ducati per la ristrutturazione del fabbricato e l'arredamento degli uffici, che avrebbero dovuto rimborsarsi dalle province di Aquila, Teramo e Chieti. Decisa la costituzione di due corpi di volontari di veliti a cavallo e a piedi, quasi nessuno si presentò e allora il governo diede ordine che ciascuna provincia somministrasse un dato contingente, estratto a sorte. Tale ordine fu comunicato il 31 dicembre 1808 dall'intendente Monteiasi all'Abruzzo citeriore, che dovette fornire 26 giovani per i veliti a cavallo e 73 per i veliti cacciatori. Molti di questi soldati furono impiegati nella successiva campagna di Russia del 1812, in cui cinquantamila italiani furono inclusi nella Grande Armata, che, come è noto, rimase sconfitta e quasi completamente distrutta.