L’obiettivo è quello di recuperare la Pineta dannunziana, così gravemente devastata dall’incendio del primo di agosto, non solo dal punto di vista naturale ma anche come ecosistema e sito di interesse sociale.
E’ finanche superfluo sottolineare l’importanza che questo bosco costiero riveste non solo per la presenza di specie vegetali rare e per la fauna che vi è ospitata; la pineta è infatti un luogo dalla forte connotazione identitaria per tutti i pescaresi. Anche a questo scopo il sindaco di Pescara Carlo Masci e l’assessore ai Parchi e al verde pubblico, Gianni Santilli, hanno definito un accordo operativo con il Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente (MESVA) - Sezione Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila - per dar seguito a un piano di monitoraggio a cadenza bimestrale che sarà condotto da uno staff di esperti botanici coordinato dalla professoressa Anna Rita Frattaroli, docente di Botanica Ambientale. Il gruppo è già a lavoro nei vari comparti della pineta colpiti dalle fiamme, dove sono circoscritte delle aree di saggio.
"La gestione del post incendio - ha detto Anna Rita Frattaroli - deve basarsi su una corretta valutazione delle dinamiche naturali degli ecosistemi, a loro volta legate alle caratteristiche biologiche, biogeografiche e bioclimatiche dei territori. Partendo dai contenuti e dalle indicazioni presenti del Piano di assetto naturalistico della Riserva, e integrando le azioni con quanto proposto dal Comitato di esperti designato dal Comune, il piano di monitoraggio proseguirà per due anni al termine dei quali le tendenze dinamiche in atto ci consentiranno di indirizzare al meglio gli interventi da fare in Pineta".
Il lavoro dello staff dell’Università dell’Aquila ha preso le mosse dalla conoscenza consolidata della vegetazione mediterranea, con specie vegetali dimostratesi in grado di adattarsi in senso evolutivo al fuoco, tanto che un’alta percentuale di alberi e arbusti, pur quando colpita da incendio, ha resistito ed è rimasta vitale, garantendo processi di rigenerazione ma anche di integrazione della vegetazione e degli habitat. Quando si parla di connessione ecologica si fa infatti riferimento al perseguimento di una più importante convivenza tra fauna selvatica e popolazione, continuando a garantire i servizi di cui le persone beneficiano e nel contempo conservare la qualità ambientale.