Giovedì 21 Novembre 2024

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Lanciano, Libertà in Azione, nessuna unanimità in consiglio comunale sul nuovo ospedale in centro, sì al sito a Villa Elce Sant'Onofrio

19/09/2020 - Redazione AbruzzoinVideo
Lanciano, Libertà in Azione, nessuna unanimità in consiglio comunale sul nuovo ospedale in centro, sì al sito a Villa Elce Sant'Onofrio

Tonia Paolucci e Riccardo Di Nola smentiscono di essere d'accordo con il progetto del nuovo ospedale lì dove i trova, da sempre voluto solo dal sindaco Pupillo e dalla sua maggioranza e non dai partiti all'opposizione.

“Apprendiamo con favore la notizia che in Regione è stata insediata una commissione tecnica che sta valutando se le ipotesi di localizzazione dei nuovi ospedali che saranno costruiti a Lanciano, Vasto e Avezzano rispettino i requisiti di legge e gli standard ospedalieri adeguati. Questo ci lascia ben sperare anche per il nostro nuovo Renzetti, la cui ubicazione nell’attuale sito in centro città non è mai stata approvata, e ribadiamo il mai, all’unanimità dal consiglio comunale frentano (di cui fanno parte centrodestra e liste civiche), come invece in troppi continuano ancora strumentalmente a insinuare. Si tratta invece di un progetto da sempre sostenuto dal sindaco Mario Pupillo, dal centrosinistra locale e dagli ex esponenti regionali sempre del centrosinistra”. Tonia Paolucci e Riccardo Di Nola, consiglieri comunali della lista civica Libertà in Azione al Comune di Lanciano, tornano a intervenire sul dibattito intorno alla localizzazione del nuovo ospedale Renzetti, smentendo che centrodestra e liste civiche all’opposizione di Pupillo abbiano mai votato compattamente l’ipotesi di lasciare il nosocomio lì dove si trova oggi.

 

 

“Qualcuno – continuano – forse fa un po’ di confusione con le carte, che dovrebbe leggere meglio. Lo scorso giugno è stato votato all’unanimità un ordine del giorno (trasmesso alla Regione Abruzzo) che non parla affatto di ubicazione del nuovo ospedale, ma in cui invece si chiede di restituire al Renzetti la dignità che merita: ristrutturazione e adeguamento della struttura, delle attrezzature e assunzioni di personale. Un ospedale di contenuti e non un mero contenitore”. Il gruppo consiliare di minoranza ribadisce come il nuovo ospedale debba invece essere delocalizzato a pochi chilometri dal centro cittadino, nella zona di Villa Elce-Sant’Onofrio, così da diventare reale presidio sanitario di riferimento del Sangro. “Basta ragionare con le vecchie logiche vecchie da Prima Repubblica – proseguono la Paolucci e Di Nola – che vengono tirate fuori alla vigilia di ogni competizione politica, stando attenti a non urtare le suscettibilità e gli equilibri partitici di altri Comuni a noi vicini. Il capo Dipartimento Sanità della Regione ha chiarito, nel corso dell’incontro con i medici del Renzetti, come a Lanciano ci sarà sempre un ospedale di primo livello, semplicemente perché lo prevede la legge: le patologie tempo-dipendenti, infatti, impongono come tra Chieti e Vasto ci debba per forza essere un ulteriore presidio in grado di prendere in carico, stabilizzare e trattare i pazienti in condizioni critiche. E allora smettiamola di flagellarci ogni settimana, rivendicando quello che ci spetta senza però metterci alcuna convinzione per non urtare l’assessore di quel posto o il consigliere di quell’altro. Lanciano ha una lunga storia sanitaria, devastata negli ultimi anni dal centrosinistra (che aveva promesso la posa della prima pietra del nuovo ospedale nel 2017) ed è arrivato il momento di rilanciarla”. Libertà in Azione richiama alle loro responsabilità sia l’attuale sindaco Mario Pupillo, che l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì. “Pupillo – aggiungono i consiglieri di minoranza – si attivi con il suo partito, che governa l’Italia, per sensibilizzare il ministero sulle problematiche della sanità su questo territorio. Alla Verì, invece, che sta comunque dimostrando di aver preso una direzione finalmente diversa sull’ospedale di Lanciano (a partire dalla folle idea del project financing, insostenibile per le casse della Asl), chiediamo di mantenere l’impegno preso con i medici del Renzetti non solo sul nuovo ospedale, che arriverà inevitabilmente tra qualche anno, ma anche e soprattutto sulla manutenzione straordinaria della struttura attuale con i fondi del Recovery Plan. Ci auguriamo che a Lanciano non restino, come avvenuto finora, solo le briciole dei finanziamenti disponibili. E all’assessore chiediamo anche di fare ancora di più sul fronte della carenza di personale: ci rendiamo conto che non è facile, vista la penuria di medici che si registra in tutta Italia, ma da lei pretendiamo il massimo sforzo per questo territorio, da troppi anni sedotto e abbandonato dal centrosinistra”. Paolucci e Di Nola concludono ritornando sulla questione della localizzazione del nuovo ospedale, riprendendo le dichiarazioni rilasciate sempre dalla Verì ai medici del nosocomio frentano. “Concordiamo sulla posizione dell’assessore – rimarcano – secondo cui la riqualificazione dei vecchi padiglioni ci consegnerà delle strutture adeguate per implementare l’assistenza distrettuale e territoriale in genere, vera chiave di svolta della sanità del futuro, in cui gli ospedali per acuti saranno solo una parte dell’offerta sanitaria, mentre la gran parte delle prestazioni, soprattutto per le cronicità, sarà gestita da queste strutture, come già sta avvenendo da anni in molte altre Regioni. Esperienze che dovrebbero aprirci gli occhi e far comprendere come in centro debba nascere una vera struttura territoriale all’avanguardia, a vantaggio di tutto il nostro territorio, in grado di garantire migliaia di accessi e prestazioni ogni mese, dotata di parcheggi e servizi accessori per gli utenti. Non ingolfiamo il cuore della nostra città con un ospedale per acuti ‘vecchio stile’, che non porta alcun indotto e vantaggio al nostro tessuto economico. Abbiamo una grande occasione per lavorare concretamente, e non a chiacchiere, su Lanciano città dei servizi del comprensorio frentano. Non sprechiamo ancora una volta questa opportunità. Riprendiamo in mano le nostre prerogative di Comune di 35mila abitanti (35mila, non 5mila o 10mila!) e non deleghiamole ad altri come fatto in passato, seguendo i vari incantatori che si sono affacciati sulla nostra piazza. Lo dobbiamo ai nostri concittadini e non abbiamo più tempo da perdere: rischiamo infatti di perdere anche questo treno, che difficilmente passerà ancora da queste parti in tempi brevi”.

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